La tutela della salute, come ben noto, è un diritto fondamentale dell’individuo nonché interesse della collettività. Questo vale anche per i cittadini con le stellette. Sfortunatamente, però, anche la sanità militare pare che stia vivendo – già da molto tempo a dire il vero – un periodo di crisi simile, se non peggiore, a quello della sanità pubblica. Ormai, specularmente alle criticità del comparto sanitario pubblico anche in ambito militare i tempi di attesa che intercorrono tra la presentazione di una domanda di riconoscimento o di aggravamento di una malattia/infermità per causa di servizio ovvero se possa ritenersi in rapporto di casualità con il servizio prestato, sono pressoché interminabili. Basti pensare che, in media, trascorrono più di tre anni prima della sola convocazione alla competente C.M.O.
La necessità di dare riscontro e quindi definire nel minor tempo possibile la “pratica” assume maggiore importanza anche e soprattutto in relazione al dettato normativo di cui alla L. 81/2008 e s.m. poiché:
a) i riscontri medico legali potrebbero decretare provvedimenti di riforma completa o parziale e di conseguenza la sicurezza di quel militare e dei colleghi con cui con cui ha prestato servizio nel richiamato triennio, sarebbe stata seriamente compromessa;
b) eventuali particolari aspetti di varia natura ovvero la responsabilità di aver impiegato il militare in servizi non in linea alle condizioni fisiche ricadrebbero sul funzionario o dirigente che dispone l’impiego ma soprattutto sul datore di lavoro e direttore dell’Infermeria Presidiaria competente che accerta la guarigione e non l’invalidità poiché non competente in materia.
Riteniamo, quindi, sia necessario ed urgente un confronto con lo Stato Maggiore su tutte le questioni che incidono sulle prestazioni sanitarie militari al fine di poter trovare soluzioni condivise con un sano confronto tra le parti.
Si chiede, infine, di costituire un osservatorio per il miglioramento di queste prestazioni sanitarie perché i lunghi tempi di attesa per le convocazioni e definizioni delle pratiche indicate, vengano “lavorate” in tempi accettabili come è avvenuto, a volte, nel passato, vale a dire in un arco temporale compreso tra i 3 e i 4 mesi.
Solo per far meglio comprendere la portata dell’urgenza di risolvere la problematica in esame rappresentiamo quanto sia urgente la definizione – e non solo, ribadiamo – delle “pratiche” evase a seguito del contagio da SARS COVID2. Nei giorni scorsi, infatti, diverse testate giornalistiche e canali tv, hanno denunciato la presenza di circa 10.000 uomini in divisa con problemi verosimilmente derivati dalla somministrazione del vaccino.
Come Segreteria Regionale del NSC abbiamo già interessato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, G.C.A. Teo LUZI, in data 20 agosto 2022 per portare alla Sua conoscenza alcune anomalie circa i mod. C redatti in quel periodo e respinti sol perché inviati in ritardo. Peccato che quel ritardo fosse da ricondurre all’assenza del Comandante di quel Reparto, poiché anch’egli affetto da COVID e che, quindi, non poteva firmare gli atti (ASSURDO!). Altri colleghi, per i quali sono stati sempre redatti i mod. C a seguito di ricovero in strutture militari e civili sono, da allora, in attesa di ricevere una risposta da parte della relativa Commissione. Tutto questo ci pare inconcepibile oltre che inspiegabile.
Ricordiamo, a chi fosse meno attento o distratto da altro, che la Sicurezza del territorio, del cittadino, di tutti, passa anche attraverso lo stato di saluti degli uomini dello Stato!
LA SEGRETERIA REGIONALE
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