LA “METAMORFOSI” DELLE STAZIONI CARABINIERIDELLA COMPAGNIA DI PALESTRINA (RM)

Sembra che il Comandante della Compagnia abbia impartito, verbalmente, ai Comandanti delle Stazioni subordinate, l’ordine di destinare una pattuglia, durante determinati turni di servizio, per fornire affiancamento e supporto all’Aliquota Radiomobile. Questo aspetto in sé non sarebbe strano, se non fosse che la pattuglia della Stazione “X” sarebbe chiamata a intervenire anche al di fuori della propria giurisdizione territoriale.

Questa disposizione, se dovesse essere confermata, solleva alcune questioni rilevanti, soprattutto riguardo alla sicurezza degli operatori. Oltre all’onere burocratico aggiuntivo che graverebbe sulla Stazione “X” (come se già avessero poca “carta” da fare!) in caso di interventi fuori giurisdizione, ci si chiede se sia opportuno sostituire l’Aliquota Radiomobile, che dispone di equipaggiamento specifico come il taser, con la pattuglia della Stazione “X” per situazioni ad alta criticità come risse, presenza di soggetti in evidente alterazione psico-fisica, incidenti mortali etc…etc…

Al riguardo, emergono alcune domande:

Qual è il motivo dietro questa disposizione?

Perché si continua a sovraccaricare la già “sfruttata” Stazione Carabinieri?

Perché i Carabinieri delle Stazioni devono fungere da “factotum”?

Perché sovraccaricarli con ulteriori compiti in aggiunta alle numerose attività e situazioni che già devono affrontare, data la carenza di personale?

Tutto ciò mentre ci si lamenta del desiderio dei Carabinieri impiegati in “territoriale” di voler evadere dalla “comfort-zone”.

Se la disposizione dovesse essere confermata, aumenterebbe significativamente il carico di lavoro quotidiano per le Stazioni Carabinieri.

Senza dubbio, il controllo di un vasto territorio come quello della Compagnia di Palestrina (RM) richiede uno sforzo notevole, ma il problema principale da affrontare è la carenza di personale. Non si può scaricare costantemente il peso di tale situazione sul personale delle Stazioni.

Una decisione unilaterale del genere limiterebbe pesantemente l’azione dei Comandanti di Stazione, costringendoli a una posizione autoritaria che andrebbe in contrasto con il loro ruolo autorevole e di supporto verso i militari dipendenti.

È essenziale affrontare il problema principale e trovare soluzioni concrete e tempestive per garantire un ambiente di lavoro sereno, non solo per il benessere dei colleghi ma anche per consentire ai Comandanti di Stazione di svolgere pienamente il loro ruolo storico di punto di riferimento per i militari e la comunità locale.

Siamo disposti ad avviare un dialogo costruttivo con l’Amministrazione al fine di proporre soluzioni concrete e condivise per affrontare questa problematica, che è molto sentita dai Carabinieri e che incide pesantemente sul loro benessere. Crediamo che attraverso un confronto aperto e costruttivo sia possibile gestire in modo più efficace le risorse umane e ottimizzare le attività istituzionali, con benefici sia per il personale che per l’intera comunità.

LA SEGRETERIA REGIONALE LAZIO

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