Interpellanza per il corso di qualificazione alla “Guida Sicura d’emergenza” per l’anno 2023. Problematiche

La segreteria Provinciale di Verona del Nuovo Sindacato Carabinieri ha portato all’attenzione del Comando Provinciale di Verona e, per il tramite della Segreteria Regionale, al Comando Legione Veneto le problematiche emerse in occasione della pubblicazione proprio da parte del Comando Legione Veneto, dell’interpellanza per il corso di qualificazione alla “Guida Sicura d’emergenza” per l’anno 2023.

Nello specifico, l’interpellanza in questione ha sollevato numerosi dubbi interpretativi che hanno certamente creato malumore e malessere su più fornti: da un lato il militare intenzionato ad acquisire la suddetta abilitazione si è trovato a dover decidere nella più totale confusione, non essendo chiaro se i requisiti per l’adesione fossero quelli richiesti dall’interpellanza o quelli richiesti dalla pubblicazione a cui l’interpellanza stessa faceva riferimento; dall’altro lato, come accade molto spesso, alcuni “zelanti Comandanti”, anche al di fuori delle proprie competenze, hanno espresso pareri ed interpretazioni relativamente alle adesioni inoltrate e da trasmettere gerarchicamente.

A tal proposito, la Segreteria Provinciale di Verona, da sempre al fianco dei propri iscritti, ha chiesto di poter prorogare i termini della predetta interpellanza e, contestualmente, di fornire un chiarimento, relativamente a  quali siano i requisiti richiesti per l’adesione alla stessa.

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri