Nsc Mestre: “Corpetto protettivo OP inadeguato”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri si pone come obbiettivo, sin dalla sua istituzione, quello di tutelare i suoi iscritti, i loro interessi e i loro diritti nell’ambito dell’attività professionale, raccogliendo le problematiche da loro riscontrate e sottoposte all’attenzione di un organo autonomo e indipendente dall’Amministrazione di appartenenza, quale è un sindacato.

Partendo dal presupposto che sia ancora ammissibile la titubanza da parte dei colleghi nell’esporre criticità e nell’affrontarle apertamente agli occhi dell’Amministrazione, è essenziale che essi possano contare su un organo terzo, indipendente, che tutela la riservatezza dei propri iscritti e che si propone dinnanzi all’Amministrazione affinché le criticità raccolte vengano portate alla luce, affrontate e risolte, nell’interesse del benessere e della sicurezza di tutti i lavoratori.

È sulla base di questi principi che la Segreteria di Sezione del 4° Battaglione Carabinieri di Mestre, percependo il malcontento tra i propri iscritti, in relazione all’uso del corpetto protettivo OP. 01, nel corso di Servizi Operativi nella laguna Venezia, ha interessato il Comando 4° Battaglione Carabinieri Veneto, oltre che alla 1° Brigata mobile Carabinieri per il tramite del Dipartimento Organizzazione Mobile NSC e il Comando Generale per il tramite della Segreteria Nazionale NSC.

In particolare è emersa l’evidente inadeguatezza di tale manufatto in particolar modo nell’occasione di eventi calcistici e manifestazioni, in cui è richiesto un intervento pronto e diretto da parte dell’operatore. Infatti il corpetto protettivo OP. 01, nonostante abbia superato tutti i test eseguiti, non siamo ancora a conoscenza se sia stato progettato e testato per il galleggiamento. A parere di questa Segreteria di Sezione, questo risulta essere un aspetto di primaria importanza, considerando il contesto in cui si svolgono le attività operative a Venezia, città lagunare, interamente costruita e circondata dall’acqua, caratterizzata da calli e ponti spesso di anguste dimensioni e senza protezioni, che vedono gli operatori, sempre esposti al rischio di cadere in acqua, cadute che, con il suddetto corpetto protettivo OP. 01 indossato potrebbero risultare inficianti l’incolumità dell’operatore.

Queste considerazioni hanno inevitabilmente generato un malessere generale, dovuto anche alla esistenza di un’evidente discrepanza con le condizioni con cui operano i Reparti Mobili della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

La Segreteria di Sezione del 4° Battaglione Carabinieri di Mestre ripone estrema fiducia nel fatto che l’amministrazione ponga la giusta attenzione e adotti soluzioni efficaci e risolutive, affinché venga preservata la sicurezza e l’incolumità degli operatori di Ordine Pubblico, che già di per sé svolgono un’attività che richiede un alto livello di attenzione e allerta, e in questo caso agli operatori che svolgono tale attività in un contesto particolare come quelle della città di Venezia.

La Segreteria di Sezione NSC del 4° Battaglione Carabinieri Veneto.

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri