Mancata erogazione quote associative. Nsc diffida il Comando Generale dell’Arma

Il Nuovo Sindacato Carabinieri, congiuntamente all’Assomil, ha inviato una nota al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e per conoscenza ai Ministri della Difesa e dell’Economia e delle Finanze, circa la mancata erogazione delle quote associative dei militari iscritti a entrambe le associazioni sindacali, nei mesi di settembre e ottobre. Pertanto le associazioni hanno diffidato il comando generale ad adempiere al versamento.

Nonostante siano stati ottemperati tutti gli adempimenti, a parere di Nsc la decisione del Comando Generale di non erogare le quote, oltre ad essere stata presa senza preavviso, non trova fondamento in alcun regolamento anzi, violerebbe le norme arrecando danno alle associazioni sindacali che, è bene ricordare, sono regolamentate da specifiche norme come quella della Legge 46/2002 che stabilisce che queste possano avvalersi unicamente delle quote associative dei propri iscritti come sola fonte di finanziamento. 

Se detta situazione dovesse perdurare – fa presente NSC nella missiva – il Comando Generale dovrà essere chiamato a risponderne, rimborsando le quote non versate, con impegno da parte nostra, di fare presente il tutto alla Corte dei Conti per il conseguente danno erariale. 

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri