Nell’attribuzione di incarichi agli Ufficiali del Ruolo Speciale Esaurimento, è giunta l’ora di valorizzare l’esperienza professionale maturata

Il Nuovo Sindacato Carabinieri ha scritto al Comando Generale al fine di tutelare l’integrità psico-fisica degli Ufficiale del Ruolo Speciale Esaurimento.

In particolare, è stato evidenziato che “Gli Ufficiali del Ruolo Speciale, ora RSE, dell’Arma dei Carabinieri, si sono sempre diversificati dai colleghi pari grado del RN, in quanto il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha sempre individuato, nel loro profilo di carriera, compiti ed incarichi particolari, che ne valorizzassero la diversa età e l’esperienza professionale maturata”.

In particolare, è stato constatato che “vengono comunque esclusi dall’inserimento in aliquota di avanzamento chi ha comandato, anche in età più avanzata, rispetto ai pari gradi del Ruolo Normale, Nuclei della linea Speciale dell’ Arma (o chi ha svolto incarichi in equipollenza nei Reparti per esigenze specifiche), trascorrendo periodi significativi al comando di uomini, strutture e mezzi, pur senza “assolvere” formalmente il “periodo di comando” utile ai fini dell’inserimento in aliquota di avanzamento al grado di colonnello”, nonostante abbiano avuto potestà disciplinare e legale rappresentanza dei Comandi di Reparto assegnati. Ovvero, 2 anni di comando territoriale di livello infra provinciale, che abbiano alle dipendenze dei Comandi Stazione.

In altre parole, molto spesso accade che chi ha svolto una carriera, totalmente o in parte operativa, non ha tuttavia svolto il periodo di comando utile ai fini dell’inserimento in aliquota d’avanzamento al grado di Colonnello, nonostante sia probabilmente insignito della medaglia d’oro o d’argento di lungo comando del Ministero della Difesa.

Altra nota dolente riguarda i Comandi delle Compagnie territoriali da parte di Ufficiali del RSE, specie ultracinquantenni e nel grado, de facto apicale, di Tenente Colonnello, con oltre trent’anni di servizio, con l’ulteriore conseguenza di assistere all’assegnazione indiscriminata dei suddetti Comandi Intermedi sia ad Ufficiali Inferiori, che sono contrattualizzati, sia ad Ufficiali Superiori, che sono Dirigenti non contrattualizzati.

Inoltre, tale policy di movimentazione del personale porta spesso gli interessati “a svolgere un incarico non in linea con l’esperienza e la professionalità maturata, esponendo anche l’Arma, che affida sovente a persona spesso con minore attitudine, il delicato ruolo di comandante di Compagnia, svolto, tra l’altro, in un’età in cui per ovvi motivi fisici, sarebbe meglio, oltre che auspicabile, essere utilizzati in incarichi ad operatività programmata e non d’emergenza, come invece lo è un Comando Compagnia, che ha bisogno invece di Ufficiali giovani con grande energia da poter riversare all’attività professionale”.

In buona sostanza per preservare il benessere del personale e non esporlo a rischi di salute, si è chiesto al Comando Generale di rivalutare l’assegnazione ai Comandi Compagnia a maggior impegno operativo ai Tenenti Colonnello ultra cinquantenni e con più di trent’anni di servizio, che sono maggiormente esposti a problematiche fisiologiche di salute legate all’età.

Pertanto, si auspica la modifica del DM 8810 del 05.02.2020, relativo ai periodi minimi di comando richiesto per l’inserimento in aliquota di valutazione dal grado di Tenente Colonnello e Colonnello per gli Ufficiali del Ruolo Speciale ad Esaurimento (RSE), nel senso sopra descritto.

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri