Combustione illecita di rifiuti e realizzazione di un deposito edile in assenza di autorizzazione.
Questi i reati contestati dai carabinieri del Nucleo Forestale di Gubbio, in provincia di Perugia, che hanno denunciato una coppia di noti imprenditori edili del territorio eugubino.
La denuncia è scattata a seguito delle attività d’indagine su richiesta del magistrato titolare del fascicolo processuale Mara Pucci, dando esecuzione a un provvedimento di sequestro emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Perugia Simona Di Maria.
I militari hanno sequestrato l’area interessata: oltre cinquemila metri quadri in cui l’uomo e la donna indagati, negli ultimi mesi avevano realizzato un deposito di materiali utilizzati per la propria attività nel terreno che, fino al 2022, era a destinazione agricola.
Il tutto, in assenza dei titoli edilizi necessari per effettuare i lavori.
La Segreteria Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Perugia sottolinea come l’operazione condotta dal Nucleo Forestale di Gubbio testimoni la grande attenzione che i colleghi rivolgono alla tutela ambientale e al contrasto di qualsiasi forma di abuso edilizio.
“Rivolgiamo un plauso ai militari – afferma il segretario generale provinciale di NSC Perugia Gian Matteo Losio – che, con la loro attività investigativa, hanno verificato come l’area oggetto di sequestro fosse stata completamente recintata e limitata all’ingresso da un cancello stabile: era stata dunque realizzata una modifica permanente dello stato materiale e della conformazione del suolo, per adattarlo a un impiego diverso”.
Grazie al costante monitoraggio dei luoghi, le indagini dei carabinieri forestali hanno fatto emergere come periodicamente venisse dato fuoco ai materiali di risulta dell’attività edile quali porte, bancali e infissi in legno.
I due imprenditori indagati, pertanto, sarebbero responsabili del reato di combustione illecita di rifiuti, che punisce con la reclusione dai due ai cinque anni chiunque appicchi il fuoco ai rifiuti.
Previsti inoltre l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi, del risarcimento del danno ambientale e il pagamento delle spese per la bonifica, oltre a una serie di aggravanti se l’azione criminosa riguarda rifiuti pericolosi o nell’ambito di un’attività di impresa.
Il reato di combustione illecita dei rifiuti è stato introdotto con il decreto “Terra dei Fuochi” che concerne “disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate”.
IL RUOLO DECISIVO DELL’ARMA NELLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE
Un tema molto caro al Nuovo Sindacato Carabinieri che, proprio a proposito della Terra dei Fuochi in Campania, tristemente nota per l’inquinamento ambientale e i danni arrecati alla salute dei cittadini, è intervenuto in diverse occasioni.
Quanto accaduto nel territorio eugubino esalta il ruolo cruciale dei carabinieri forestali nell’attività preventiva e repressiva svolta quotidianamente a tutela dell’ambiente.
Come è noto, quest’ultima è stata inserita tra i principi fondamentali della Costituzione.
Le imprese dei privati, dunque, sono tenute a rispettare il principio secondo cui le loro attività non debbano in alcun modo ledere l’ecosistema e la salute dei cittadini.
La modifica introdotta nella Costituzione, di fatto assegna ai carabinieri forestali e, più in generale, all’Arma dei Carabinieri, un ruolo attivo e decisivo rispetto alla salvaguardia ambientale.
La Segreteria Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Perugia
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