NSC: sigle dei carabinieri in stato di agitazione, interrotte le relazioni sindacali

Una situazione senza precedenti quella che si è creata tra le sei sigle sindacali rappresentative dell’Arma dei Carabinieri e il Comando Generale dell’Arma.
A causa dell’atteggiamento tenuto dal Comando Generale che si è prestato a interpretazioni restrittive di SMD circa l’agibilità e i diritti sindacali, mettendoci anche del suo nell’emanazione di circolari che “nelle more dei regolamenti attuativi”, risultano in palese violazione di legge, le sigle sindacali non parteciperanno più a nessuna convocazione, interrompendo di fatto le relazioni sindacali anche riguardo al percorso e alle trattative sul rinnovo del contratto.
Le sigle sindacali ignoreranno ed emargineranno il Comando Generale, ma tratteranno direttamente con il Ministero della Pubblica Amministrazione, di cui tra l’altro si attende la prossima convocazione per il quarto incontro sul rinnovo contrattuale.
In conclusione, le sigle sindacali chiedono al Comandante Generale Teo Luzi di intervenire presso gli Uffici di Stato Maggiore dell’Arma, che al momento non si sono mostrati capaci di avere un approccio corretto e accettabile verso i sindacati militari.
Diamo però atto al Comando Generale di un grande risultato ottenuto: quello di aver messo tutte d’accordo le sigle sindacali dell’Arma dei Carabinieri.

lettera agitazione APCSM (1)

 

Il Nuovo Sindacato Carabinieri

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri