Dopo aver incontrato il PD che sta all’opposizione, la delegazione del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), guidata dal Segretario Generale Massimiliano Zetti e dal Segretario Nazionale Giovanni Sessa si è dedicata alla maggioranza, incontrando il Presidente della Commissione Difesa Antonino Minardo di Forza Italia e subito dopo incontrando l’On. Giovanni Donzelli Responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia con il quale si è discusso di previdenza, e dei correttivi da apportare alla Legge di Bilancio che dopo aver letto la prima bozza bollinata, non ci soddisfa e presenta diversi punti di criticità. In primis abbiamo ribadito il no all’innalzamento dell’età pensionabile.
Abbiamo sollevato la questione sul fatto che se il rinnovo contrattuale dovesse basarsi solo sugli stanziamenti attuali, l’aumento nominale del 5,4% sarà “istantaneamente” riassorbito e si consoliderebbe una perdita reale di potere d’acquisto. Un destino inaccettabile e irrispettoso per chi indossa l’uniforme.
L’unica via per un rinnovo dignitoso è l’immediata istituzione di un Fondo Aggiuntivo Straordinario per il Comparto Sicurezza & Difesa. Queste risorse devono servire a due scopi fondamentali:
- Massimo impatto sulla voce fissa allocando una quota superiore al 90% dei fondi disponibili sulla voce stipendiale fissa, strutturale e pensionabile.
- Recupero del debito inflazionistico tramite l’impegno e la concretizzazione del Governo di reperire e allocare ulteriori fondi aggiuntivi per garantire un aumento reale che tenga conto dell’inflazione pregressa.
Ma la battaglia per il rinnovo contrattuale non è solo una questione di stipendio, riguarda la dignità futura di chi serve lo Stato. I Carabinieri subiscono una doppia, inaccettabile, penalizzazione anche sulla quiescenza:
- Nuovi poveri previdenziali: L’assenza di un’adeguata previdenza dedicata rischia di trasformare chi oggi garantisce la sicurezza in “nuovi poveri” al momento del congedo.
- L’oltraggio del TFS dilazionato: La questione del TFS (Trattamento di Fine Servizio), che non è mai divenuto TFR (attendiamo dal 2021) viene elargito in modo dilazionato dopo 15 mesi. È un oltraggio ai professionisti che devono accettare di attendere oltre un anno per ricevere liquidazioni che spetterebbero loro di diritto immediatamente. Una totale mancanza di rispetto che si cerca di giustificare con il fatto che il TFS è più vantaggioso del TFR, dimenticando però che la corresponsione non prima di 15 mesi della prima rata ne abbatte sensibilmente il potere economico.
Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri