Carabinieri accoltellati, Zetti (Nsc): «Tragedia sfiorata. Taser avrebbe evitato. Servono maggiori tutele».

«Il servizio antispaccio di ieri sera a Nembro poteva finire in tragedia. I due giovani colleghi sono stati feriti a coltellate e per fortuna non hanno riportato conseguenze gravi, ma poteva finire peggio. Non si può, scendere in strada tra i balordi, senza adeguati equipaggiamenti. Il taser avrebbe evitato questa situazione e avrebbe permesso ai colleghi di operare in sicurezza».

Lo dichiara Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«Il taser è uno strumento fondamentale che evita il contatto fisico senza conseguenze sia per l’operatore che per il soggetto fermato. Non si può – spiega Zetti – fermare a mani nude un soggetto armato di coltello pronto ad attentare alla tua vita. Se i colleghi avessero utilizzato l’arma di ordinanza, oggi staremmo parlando di atto dovuto da parte della magistratura, se invece fosse andata peggio, staremmo piangendo due giovani carabinieri. A questo punto – prosegue – torniamo a insistere sulla richiesta di equipaggiamenti idonei per chi opera su strada in mezzo ai rischi che ben conosciamo: siano forniti in dotazione taser e giubbetti sottocamicia antitaglio. Non possiamo scendere in strada affidandoci alla fortuna. La sicurezza dei cittadini – conclude – passa dalla sicurezza degli operatori».

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri