Buoni pasto, la Cassazione conferma il diritto. NSC chiede il riconoscimento anche per i carabinieri

"La pronuncia della Suprema Corte - afferma il segretario generale regionale di NSC Lazio Massimiliano Trastulli - ribadisce un principio di equità e uniformità di trattamento all'interno della Pubblica Amministrazione"

Con l’ordinanza n. 25525/2025, la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che il buono pasto per i dipendenti della Pubblica Amministrazione rappresenta un diritto strettamente connesso alla pausa spettante dopo sei ore di lavoro continuativo, indipendentemente dalla tipologia di turno svolto.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri Lazio ritiene che tale principio debba trovare piena applicazione anche nei confronti dei militari dell’Arma, la cui attività è caratterizzata da turnazioni complesse, spesso prolungate e non sempre compatibili con una regolare articolazione oraria.
Alla luce della giurisprudenza richiamata, appare evidente che il diritto al buono pasto non possa essere escluso o limitato in ragione della specificità del servizio prestato, ma vada riconosciuto a tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione, compresi i carabinieri.
“La pronuncia della Suprema Corte – afferma il segretario generale regionale di NSC Lazio Massimiliano Trastulli – ribadisce un principio di equità e uniformità di trattamento all’interno della Pubblica Amministrazione”.
“Confidiamo – prosegue – che il Comando Generale dell’Arma, dopo l’invio della nostra lettera, voglia accogliere tale orientamento, armonizzando i diritti del personale militare con quelli già riconosciuti ad altre categorie di lavoratori”.
“Il Nuovo Sindacato Carabinieri Lazio – conclude – esprime piena disponibilità a un confronto costruttivo con l’Amministrazione, al fine di individuare le modalità più idonee per dare attuazione a quanto stabilito dalla Suprema Corte, nel rispetto della dignità e delle esigenze del personale”.

La Segreteria Regionale Lazio del Nuovo Sindacato Carabinieri

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