Roma e Napoli bruciano. Carabinieri mandati sui roghi tossici con mascherine FFP2. Nsc: «Dotare militari di maschere antigas»

Il Dipartimento Sicurezza del Lavoro – riferisce  il Segretario Generale Nazionale, Massimiliano Zetti –  dà la propria disponibilità ad un confronto costruttivo con il Comando Generale dei Carabinieri  per organizzare, un tavolo tecnico ed un evento formativo-informativo  sul  Dlgs 81/2008 in ambito forze di polizia.

Non  si può rimanere silenti come o.s.  – prosegue il Capo dipartimento Sicurezza sul Lavoro, Giovanni Pittalis,  sulla impreparazione  di chi è preposto a salvaguardare la salute dei lavoratori e in relazione agli interventi eseguiti per circoscrivere e tutelare i cittadini dagli incendi   avvenuti nella cosiddetta “Terra dei Fuochi” e sulla cintura urbana di Roma ove sono andati distrutti capannoni industriali e depositerie di veicoli con valori delle diossine, composti tossici e cancerogeni di oltre 35 volte i valori limite fissati dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il territorio di Caivano (NA) e Afragola (NA), in data 18 e 19 giugno 2022, è stato interessato da due grossi incendi che hanno coinvolto una ex depositeria giudiziaria ed un esercizio commerciale per la vendita di detersivi. Per detti accadimenti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, nella persona del Procuratore Capo Dott.ssa Maria Antonietta Troncone, evidenziava che il P.M. di turno operativo in quelle circostanze di tempo e di luogo avrebbe segnalato che in entrambe le occasioni gli operatori delle forze dell’ordine (Polizia di Stato e Carabinieri), giunti sul posto per svolgere attività di indagine, erano privi di dispositivi di protezione delle vie aeree e che solo tre unità di Vigili del Fuoco, impegnati nelle opere di spegnimento, erano dotati di maschere anti-gas, chiaramente in misura insufficiente rispetto alle unità intervenute ed alla gravità dell’evento in parola. Il Procuratore sollecitava pubblicamente i responsabili delle FF.OO.  a fornire  una adeguata dotazione di D.P.I. al personale dipendente proprio per rispondere all’allarme diossina che in quel territorio è correlabile  all’incremento significativo della mortalità, per leucemia e altri tumori, nella popolazione locale.

Ci lascia inebetiti che il Comandante Provinciale di Napoli, Gen. B. Enrico Scandone, assumendosi le responsabilità di cui all’art. 299 del Dlgs 81/2008, in risposta al legittimo e sacrosanto intervento della Procura della Repubblica, affermi,  di contro,  che  il proprio personale è  dotato di mascherine FFP2, di recente assegnazione, e che pertanto la negligenza era da attribuire alla volontaria scelta del personale operante.

Riteniamo – prosegue il capo dipartimento –  sia  quantomeno imbarazzante parlare di negligenza dell’operatore, come se fosse stata una scelta dei Carabinieri intervenuti quella di  non indossare gli idonei D.P.I.  – Appare di tutta evidenza l’erronea interpretazione del Gen. B. Enrico Scandone, che vorrebbe far apparire  agli occhi dell’ opinione pubblica e della magistratura inquirente,  che le  mascherine FFP2  sono una idonea protezione contro la diossina e che pertanto come datore di lavoro non ha oggettive responsabilità.

Ricordiamo  – prosegue Pittalis  – all’alto Ufficiale  che sono necessarie le maschere antigas per quel tipo di intervento, poiché  già la più sicura mascherina FFP3 offre una protezione affidabile contro le sostanze nocive  solo se pari a 30 volte il valore limite e in queste circostanze parliamo di valori che vanno oltre le 35 volte i valori limite fissati dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità.  

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri