Suicidi in divisa. Nsc partecipa a un importante convegno

Una bella opportunità quella che l’Associazione Nazionale Sociologi, Dipartimento Lombardia, ha dato al Nuovo Sindacato Carabinieri: la scorsa settimana si è tenuta una diretta Facebook organizzata  dal Dott. Massimiliano Gianotti, dalla Dr.ssa Daniela Gensabella Dott. Antonello Pesce, (rispettivamente Presidente, Vice Presidente e Segretario ANS Lombardia) sul canale social dell’associazione sull’argomento dei suicidi in divisa, nella quale sono intervenuti Monica Giorgi e Costantino Fiori dell’Ufficio di Presidenza NSC, il Segretario Regionale NSC Sardegna Remo Giovanelli e la preziosissima D.ssa Alessandra D’Alessio, Responsabile del Dipartimento di Psicologia Militare NSC.

Costantino Fiori ha illustrato le proposte che NSC intende attuare e proporre all’Amministrazione Arma per tutelare ed aiutare i colleghi, atteso che ancora oggi le sigle sindacali non sono ammesse ai tavoli di discussione organizzati dall’Amministrazione sul triste fenomeno. Ha parlato anche dell’importanza della formazione dei c.d. “pari” e di quanto sarebbe utile valutare l’autopsia psicologica anche nei casi di suicidi in divisa. 

La D.ssa D’Alessio ha puntualizzato come, nella sua esperienza, ha potuto appurare come ciò che principalmente provoca stress nei militari non sono tanto i turni estenuanti o un lavoro potenzialmente stressante, come molti sarebbero portati a pensare, ma la gerarchia: molti dei militari che si rivolgono a lei sono infatti coloro che sarebbero stati inviati coercitivamente in infermeria dai loro superiori, spesso a seguito di litigi, i quali le racconterebbero di vivere questo momenti come punitivi, piuttosto che di cura. 

In merito alla specificità militare, Monica Giorgi ha precisato che “Nell’ambiente militare, la subordinazione è fortemente richiesta e gradita, tanto che verrebbe alimentato, sin dagli istituti di formazione, il c.d. “timore reverenziale”, che alla fine servirebbe a condizionare il comportamento del personale. Molti colleghi ammetterebbero di temere più i superiori dei delinquenti e ci sarebbe più paura di ciò che si vivrebbe all’interno rispetto a ciò che si vivrebbe all’esterno dell’ambiente militare”.

Remo Giovanelli ha spiegato come le note caratteristiche, nell’ambito dell’ampissima discrezionalità della quale dispongono i Comandanti, costituiscano per i militari un giudizio che incide direttamente sulla loro progressione di carriera, e di come anche le sanzioni e le benemerenze incidano su di esse, finendo per avere spesso un peso maggiore di un titolo di studio.

Per noi del Nuovo Sindacato Carabinieri essere contattati ed invitati a dialogare da professionisti ed esperti sulla tematica suicidi è motivo di grande orgoglio: siamo convinti che essi possano concretamente aiutarci ad aiutare i nostri colleghi offrendoci gli strumenti che ci mettano nelle condizioni di gettare le basi per un cambiamento.

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