Le carenze organiche all’interno delle caserme dell’Arma sono un indiscutibile fattore di stress e disagio per il personale, costretto a fare doppi turni, rinunciare a riposi e licenze, trascurare la famiglia ?

L’Arma ha una soluzione per tutto e  adotta la  vincente strategia della magia.  Con un sol colpo di spugna elimina le criticità.

Parametra i nuovi organici dei reparti sulle attuali presenze e “sim sala Bim” ecco tutto i reparti a pieno organico. 

Le 11 mila assenze ripianate con un semplice click. La soluzione appare surreale e non rispondente alle esigenze del cittadino, il quale ha bisogno di Caserme aperte e di servizi sul territorio e non di una risposta burocratica che non aumenta il numero di militari dedicati alla cittadinanza ma, semplicemente, eleva la carenza di organico a parametro di copertura. Il segretario Generale Nazionale, Massimiliano Zetti, richiede l’avvio di una collaborazione al fine di giungere ad una progettualità, condivisa anche con le forze sindacali, tesa a riequilibrare la distribuzione del personale in base alle reali esigenze del territorio e non più solo collegata a parametri del 1814 ( numero di soldati e reparti in relazione al grado e al rango del comando). Si dovrebbe, forse, se non si urla alla politica,  avere il coraggio di chiudere le Caserme,  che sin dalla fine dei moti agricoli di fine 800,  non avevano più ragion di esistere, magari accorpandole in tenenze efficienti, ad esempio. Ulteriori strade da percorrere vanno nella direzione di accorciare una scala gerarchica e una catena di comando  lunghissima tra il vertice dell’Arma e le stazioni carabinieri. E per finire, cambiare la cultura degli obiettivi da raggiungere agendo sulla contrazione e razionalizzazione degli orari di apertura al pubblico e sui servizi di istituto che non possono oggi essere al pari di quando l’Arma era a pieno organico.