Telecamere non funzionanti. Carabinieri chiedono di essere tutelati

Questa Segreteria ha raccolto diverse segnalazioni, per lo più provenienti dai militari della linea territoriale, relative ai continui – e non più accettabili – malfunzionamenti delle telecamere a circuito chiuso installate sia negli ambienti che ospitano le camere di sicurezza per le persone tratte in arresto sia nelle aree – non sempre idonee per le loro caratteristiche strutturali – adibite a zona di “trattazione delle persone fermate”. Ciò che desta maggior preoccupazione accompagnata da sgomento è, però, la totale assenza di questi dispositivi in alcune caserme della Capitale.Riteniamo che sia quantomeno anacronistica una situazione del genere. Nel 2022, un’epoca in cui la tecnologia risulta essere parte integrante di tutte le attività del complesso mondo degli operatori di polizia, è inconcepibile ed imperdonabile che in alcune Caserme non vi sia nemmeno l’ombra di questi impianti. “Ricordiamo che nel recente passato queste apparecchiature di videoripresa degli spazi della caserma hanno assunto una valenza probatoria in relazione a reati simulati – evidentemente da delinquenti – contro gli operatori di polizia. Cosa sarebbe successo e a quali conseguenze sarebbero andati incontro i colleghi “additati” ingiustamente dai malfattori?…”Lo dichiara Annagiulia Leone Segretario di Sezione del Nucleo Radiomobile di Roma del Nuovo Sindacato Carabinieri.Leone prosegue: “L’individuazione di spazi idonei alla “trattazione dei fermati” congiuntamente all’adozione di telecamere in quelle aree, tutelerebbero non solo i militari operanti ma anche i soggetti condotti in caserma che, talvolta, pongono in essere atti di autolesionismo”.La necessità di una puntuale ed efficace attività di documentazione video fotografica, in fasi operative delicate costituisce riscontro oggettivo e risponde a specifiche esigenze probatorie, per questo riteniamo non sia più rimandabile dotare i colleghi delle oramai famose bodycam.Riteniamo che non vi sia più tempo da perdere in sperimentazioni, prove, test, analisi di feedback etc….: è cogente la necessità di disporre di supporti documentali video a tutela del personale tutto. Non è più derogabile un interessamento da parte dei Dirigenti preposti per sanare queste criticità. I Carabinieri, vogliono continuare ad operare con la solita dedizione e spirito di abnegazione che li ha sempre contraddistinti, in un clima di una maggior serenità e tutela che, se non fornita dal proprio Superiore, almeno … ci sarà l’occhio del grande fratello a tendergli una mano!

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri