Nsc Veneto: «MalaArma! Una vicenda che merita giustizia!»

Il 1°luglio 2022, dopo oltre un anno trascorso a gridare la propria innocenza, un Appuntato Scelto dei Carabinieri, ingiustamente rinviato a giudizio per insubordinazione ed ingiuria aggravata, è stato assolto dal Tribunale Militare di Verona perché il fatto non sussiste! Ad accusare il militare, all’epoca dei fatti effettivo al Reparto Operativo Nucleo Natanti di Venezia, un sottufficiale tutt’ora effettivo al predetto comando che, pur sapendolo innocente, non ha esitato a denunciarlo. I fatti, nella loro pienezza, emergevano nel corso del dibattimento grazie alle testimonianze dei colleghi e ad una registrazione audio in cui l’accusatore confessava la verità credendo di non esser captato. Nonostante l’assoluzione però, giustizia non si è ancora fatta! Nei confronti del militare, per gli stessi fatti, veniva aperto un procedimento disciplinare e disposto il trasferimento in ragione della c.d. “incompatibilità ambientale”. A tutto questo deve altresì aggiungersi che il malcapitato, per aver palesato il dubbio che la scala gerarchica potesse nutrire astio nei suoi confronti, essendo stato ingiustamente accusato, veniva sospeso dal servizio per 30 giorni e sottoposto a visita psichiatrica.

Alla luce delle testimonianze e delle prove acquisite nel corso del dibattimento il Tribunale, nell’assolvere l’Appuntato, disponeva di valutare i nuovi elementi i quali potrebbero rappresentare il preludio di un nuovo procedimento, atteso che lo stesso Appuntato intende ora ottenere un risarcimento per i danni morali e materiali che gli sono stati ingiustamente cagionati.

Al momento l’Arma, che nei discorsi ufficiali si paragona ad una Famiglia, dopo aver punito  per l’ennesima volta “Abele”, ha ora il dovere di procedere nei confronti di “Caino” e di ristabilire il giusto ordine.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri, che assiste l’Appuntato nel procedimento disciplinare, plaude all’onestà ed al senso del dovere dimostrato dai testimoni della difesa.

Il malessere del personale che spesse volte porta al suicidio, passa anche attraverso una ingiusta condanna che un Servitore dello Stato: onesto, sottopagato e che fa dell’onore e del senso del dovere la sua unica ragione di vita, non riesce e non può sopportare!

Ci domandiamo, nella speranza che i colpevoli non restino impuniti, come possano accadere fatti così gravi, peraltro lesivi della stessa immagine e credibilità dell’Arma dei Carabinieri, e di come non si sia potuto discernere, sin dal principio, il bene dal male.

La Segreteria Regionale Veneto del Nuovo Sindacato Carabinieri

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