Negoziatori e dotazione di materiali. La nota di NSC Prato

L’Arma ha introdotto, da oltre un decennio, la specializzazione di “Negoziatore”, prevedendo che ciascun comando Prov.le sia provvisto di almeno 1 militare specializzato, di norma inquadrato in seno al Nucleo Investigativo.

Con la circolare n. 1280/31-1-1987 del 02/05/2012 dell’Uff. Operazioni del Comando Generale, venivano definite le linee guida per l’impiego dei negoziatori, indicando (annesso 1 alla suddetta circolare) i materiali di cui deve essere dotato ciascuno di loro. Tali materiali costituiscono la dotazione minima necessaria e sono ciò con cui i militari specializzati sono abituati a familiarizzare e lavorare già dai primi giorni di corso.

L’ onere di acquisto e distribuzione di detti materiali viene devoluto alle Legioni che, come sarebbe stato ampiamente prevedibile, hanno nel tempo agito in modo non uniforme: dopo anni di impasse, alcune Legioni hanno recentemente fornito parte dei materiali previsti, altre sono rimaste sorde alle richieste via via inoltrate, altre ancora si sono limitate a fornire alcuni D.P.I. (peraltro non assegnandoli al militare, ma limitandosi a verificare ed eventualmente integrare le dotazioni di Reparto), altre ancora hanno sistemato la pratica assegnando un telefono cellulare di servizio. La Legione Toscana appare assolutamente inadempiente in tal senso: il massimo che si è riusciti ad ottenere, neanche per tutti i negoziatori, è stata l’assegnazione del telefono cellulare, distribuito solo ad alcuni e non ad altri.

Nella pratica, il senso di responsabilità e la ferma convinzione con cui operano i militari negoziatori ha fatto sì che, per poter efficacemente svolgere il loro delicato compito, gli stessi abbiano dovuto sopperire alle carenze nelle forniture provvedendo a proprie spese all’acquisto dei materiali, almeno quelli di uso comune, attingendo alle proprie tasche nelle quali, peraltro, non confluisce nessun tipo di indennità derivante dalla funzione. Al giorno d’oggi, dominato da Internet e dai Social Networks, è impensabile poter condurre un’attività di negoziazione senza prevedere l’utilizzo di una connessione internet con cui accedere a social, reperire informazioni, monitorare l’esposizione dell’evento sui media, avviare un primo contatto via social eccetera. Ebbene, questo particolare fondamentale è lasciato alla buona volontà del militare, che è quindi costretto ad utilizzare i propri dispositivi, propri numeri di telefono e, in definitiva, proprie risorse economiche. Dal punto di vista dei D.P.I. si lascia invece alla buona volontà dei Comandanti di Reparto la decisione di fornire ai negoziatori G.A.P. e C.A.P. in dotazione personale: le tempistiche di attivazione non permettono sempre di poter attendere, ad esempio, che l’addetto all’armeria acceda alla stessa per fornire il C.A.P., né di poter perdere tempo per cercare, magari nei bagagliai delle auto di servizio, un G.A.P. della giusta taglia, possibilmente non scaduto e magari pulito.

La figura del negoziatore ha nel frattempo assunto sempre più importanza tra gli assetti dell’Arma Territoriale: frequentissimi sono gli interventi che assurgono agli onori della cronaca, con i media che evidenziano la figura del negoziatore (che in alcuni casi, vedasi il recente fatto avvenuto a Roncadelle, è stato oggetto di approfondimenti ed interviste su media nazionali), sottolineando l’importanza dell’attività negoziale nella risoluzione delle crisi. Le statistiche relative agli interventi svolti fino ad oggi sono peraltro assolutamente positive: gli interventi di negoziazione condotti fino ad oggi sul territorio nazionale hanno avuto una percentuale di successo che sfiora il 100%, si contano sulle dita di una mano gli eventi sfavorevoli, che comunque vanno ricondotti alla ferma volontà dei soggetti coinvolti e non all’incapacità dei militari intervenuti.

Appare pertanto di primaria importanza provvedere, in tempi rapidi, a sanare le lacune e dotare i militari negoziatori, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, dei materiali previsti dalla suddetta circolare. Più che auspicabile sarebbe l’acquisto “in accentrata” di detti materiali, creando un vero e proprio “kit standard”, al pari ad esempio dei complessi fotografici o di altri kit già in ciclo logistico, con cui equipaggiare i militari specializzati già al termine del corso di formazione. I militari specializzati partono da Velletri, al termine del corso, già pronti ad intervenire e spesso la prima “attivazione” giunge a pochi giorni dal rientro al Reparto: avere la dotazione adeguata, che ad oggi viene assegnata “a macchia di leopardo” e spesso dopo anni dal termine del corso, ridurrebbe in parte anche le “ansie da prestazione” cui gli stessi, umanamente, devono giocoforza far fronte, consentendo sicuramente un intervento più efficace e meno “stressogeno”. 

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