“Ennesimo suicidio nell’Arma – continua la strage silenziosa – NSC Lazio chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiseta“

Gli innumerevoli  suicidi tra il personale dell’Arma,  hanno purtroppo raggiunto cifre impressionanti. È di due giorni fa  la notizia dell’ennesima tragedia con il suicidio di un collega che ha scelto di compiere quel tragico gesto  indossando l’uniforme dell’ex  Corpo Forestale dello Stato  e soprattutto di mettere fine alla propria vita davanti il monumento dei caduti della  caserma di Sabaudia sede della scuola dell’ex CFS. Nonostante i vertici dell’Arma puntino a smorzare l’attenzione sul caso semplicemente evitando di parlarne, è evidente che il collega compiendo quel tragico gesto ha voluto  lanciare un grido di allarme impressionante. 

Dal 2016, anno in cui il Corpo Forestale dello Stato ha subito l’accorpamento 20 colleghi forestali si sono suicidati.

Oltre 600 colleghi forestali sono stati  riformati dal servizio per depressione dovuta alla militarizzazione coatta in tempo di pace. 

500 colleghi forestali dispersi in mobilità per non essere militarizzati.

Centinaia di colleghi in pensione anticipata per porre fine alla militarizzazione coatta. Sono 

migliaia le lamentele che abbiamo raccolto nel corso della nostra attività sindacale da parte di colleghi insoddisfatti nell’amministrazione in cui sono transitati in maniera coatta.

“Che sia la ferrea ed intransigente gerarchizzazione dell’Arma dove oramai c’e’ poco spazio per l’umanita?! che siano i troppi, ed a volte pretestuosi procedimenti disciplinari che vengono aperti che vanno ad influire sulle tasche delle famiglie e sulla progressione di carriera? questo non lo verremo mai a sapere ma un dato e’ certo: sono numeri troppo altri per rimanere indifferenti” dichiara il Segretario regionale Lazio Cosimo Torcello.

“La puntuale vicinanza e solidarietà espressa dalle forze politiche,  sia di maggioranza che di opposizione, è pura retorica. Non è più rinviabile l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che indaghi sulle cause di questo profondissimo malessere, in uno dei spaccati sociali più delicati del nostro paese. Non bastano più le sole condoglianze a tutte le famiglie” afferma il Segretario regionale Lazio Sabatino Mastronardi.

“Ormai non è più rinviabile l’istituzione di un pool di psicologi a stretto contatto con gli operatori di Polizia in tutti gli uffici e posti di lavoro” conclude Mastronardi. Tutta la Segreteria Lazio del Nuovo Sindacato Carabinieri Esprime il proprio Cordoglio alla Famiglia alla quale ci stringiamo nel dolore.

 

LA SEGRETERIA REGIONALE

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri