Criticità delle province di Ravenna e Forlì Cesena causa fenomeno alluvionale avvenuto ell mese di maggio 2023

Nei giorni scorsi, le Segreterie Provinciali di Ravenna e Forlì-Cesena hanno interpellato l’Arma dei Carabinieri, per chiedere informazioni di dettaglio sulla valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori militari di quelle province e le misure adottate per la tutela e la prevenzione di infortuni, contaminazioni e malattie anche in base alla legge 81/2008, con riferimento al periodo di maggio 2023, in cui è venuta a manifestarsi la grave calamità alluvionale, i cui effetti ben possono essere ritenuti di alto rischio per la salute e l’incolumità di chi ha operato in quel contesto territoriale, sin dal manifestarsi degli eventi distruttivi.

Non si può escludere che la situazione venuta a crearsi possa aver comportato rischi o nocumenti, che dovevano essere evitati soprattutto attraverso la cautela e l’impiego di strumenti ed equipaggiamenti idonei a prevenire contaminazioni, i cui effetti potrebbero venire a manifestarsi – perchè no – anche in futuro.

E’ assoluto e preminente interesse del Nuovo Sindacato Carabinieri, quello di non “abbassare la guardia” rispetto a tutto ciò che possa determinare rischi per la salute e la sicurezza dei suoi iscritti e di tutti i lavoratori militari.

Si attendono le risposte del caso da parte del Comando Generale dell’Arma.

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri