Aulla, continua a sgretolarsi il castello accusatorio

In data 14 aprile sono stati escussi tre testimoni per la parte dell’ex comandante Tellini che hanno confermato la malattia della moglie (diabete) che la portava a degli atteggiamenti a volte anche aggressivi nei confronti di chiunque, non escluso negli ambienti familiari, in caso di squilibrio glicemico. Sia il dottore di famiglia che l’amica dei coniugi hanno confermato che la consorte del luogotenente godeva di tutta la libertà che voleva e non era sottoposta a nessun tipo di costrizione da parte del marito. Il figlio Gianluca oltre a riconfermare quanto detto dagli altri due ha anche parlato riguardo le vicende di un telefono che, come confermato in udienza, gli era stato rubato durante una festa di capodanno smentendo così l’accusa di un finto furto denunciato per frodare l’assicurazione. Infine è stata sentita una donna coniugata con un cittadino nord africano e che con lui frequentava gli ambienti marocchini di spaccio. Ha riferito di essere sempre stata trattata bene dai carabinieri anche quando lei veniva controllata insieme a dei personaggi pregiudicati. Ha sottolineato che erano i marocchini stessi a istigare i carabinieri durante i controlli anche di fronte a lei, citando alcuni specifici episodi. Ha testimoniato sulla pessima personalità del marocchino che accusa il Brig.Ca. Fiorentino di violenza sessuale, descrivendolo come aggressivo, bugiardo e violento tanto che veniva evitato anche dai suoi stessi concittadini. Il fratello stesso lo aveva cacciato di casa perché aveva tentato di aggredire la sua fidanzata. Per ultimo ha ricordato la figura di un marocchino che a seguito di un controllo avvenuto nel 2011 accusò i carabinieri di un pestaggio, Avvenimento che è alla base di tutto l’impianto accusatorio odierno. Ebbene la donna, a conferma di quanto sempre sostenuto dagli allora militari operanti, ha dichiarato che l’uomo ancor prima di essere sottoposto al controllo era dolorante e fortemente ubriaco tanto da aggredire anche lei. Naturalmente nel processo svoltosi anni addietro la presunta vittima ha sempre negato queste circostanze. Al termine di quella prima vicenda giudiziaria il BC Fiorentino è stato giudicato colpevole in primo grado e prescritto in secondo, cosa che non gli ha evitato la punizione di 7 giorni di consegna da parte del Comandante di Firenze.

L’ultima testimone ha riferito che ha sentito i marocchini parlare tra di loro e dire che “l’avrebbero fatta pagare ai Carabinieri”: il tutto in dichiarazioni a verbale.

Viene così ulteriormente a sgretolarsi il castello accusatorio fatto di inesattezze e incomprensioni, apparentemente costruito più per la “spettacolarizzazione” nel voler intaccare l’immagine degli operatori e dell’Arma stessa invece della ricerca della verità.

La Segreteria Regionale Toscana rimane solidale ai colleghi che stanno subendo questo martirio causato probabilmente da poca competenza nella gestione delle indagini?

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