Assolto Carabiniere accusato di disobbedienza. Fine di un’accusa vergognosa

«Fine di un incubo per un nostro iscritto, che per oltre sei mesi ha fatto i conti con un’accusa infondata e vergognosa»

L’11 novembre 2022, dopo oltre sei mesi trascorsi a gridare la propria innocenza, un Appuntato Scelto dei Carabinieri, ingiustamente rinviato a giudizio per insubordinazione e disobbedienza, è stato assolto dal Tribunale Militare di Verona perché il fatto non sussiste! 

Ad accusare il militare, all’epoca dei fatti effettivo ad un Comando della Provincia di Bergamo, il proprio Comandante di Compagnia che, dopo aver ricevuto la lamentela di un operatore della Centrale Operativa nell’assegnazione di un intervento, ha provveduto ad inviare l’informativa al Tribunale Militare; il caso è così approdato nel Marzo 2022 al Tribunale Militare di Verona.

In servizio perlustrativo, mentre era impegnato nella gestione di un sinistro stradale già comunicato alla Centrale Operativa di competenza, ha riferito di non poter andare su un altro intervento poiché impegnato ad ultimare quello in atto.

Nessuna attività investigativa, o nessun ascolto da parte dell’Ufficiale o superficialità nell’aprire un “comune” procedimento disciplinare? Attività, quest’ultima, negli ultimi anni “consueta” e che costa allo sfortunato collega un crollo motivazionale ed un calvario nel doversi difendere dall’amministrazione che lo vede “inadatto”; spesso il calvario da individuale si espande alla sfera familiare, causando un ulteriore danno alla salute, al benessere e alla stabilità del militare, già demoralizzato da una ingiusta accusa, ora anche impegnato a dover affrontare una eventuale richiesta di separazione e/o divorzio.

Per il fatto, insussistente, nel corso del dibattimento già da parte del Pubblico Ministero – quindi l’accusa – veniva richiesta l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato” e , nella mattinata dell’ 11 novembre 2022, il Giudice del Tribunale Militare di Verona ha emesso la propria sentenza assolvendo pienamente “perché il fatto non sussiste” il collega, che oggi può dirsi libero da un’accusa odiosa e vergognosa.

«Ci stringiamo intorno al collega iscritto e alla sua famiglia, che speriamo possano dimenticare questa brutta esperienza e tornare alla serenità, dimenticando il periodo negativo pieno di pensieri e sofferenze (evitabili aggiungeremmo).» 

Nuovo Sindacato Carabinieri rivolge il proprio ringraziamento ai professionisti che hanno seguito e tutelato il collega, lo studio legale degli avvocati Selene J.G. MAIELLA e Pasquale CARBUTTI, «dal mese di ottobre 2022 convenzionati con NSC», il cui garbo e professionalità ne distinguono ancora una volta l’azione e sottolineano l’importanza della collaborazione tra gli studi legali ed il sindacato di cui l’assistito ne fa parte.

Al momento l’Arma, che nei discorsi ufficiali si paragona ad una Famiglia, dopo aver punito per l’ennesima volta “Abele”, procederà nei confronti di “Caino” e ristabilirà il giusto ordine?

Il pensiero più attuale, i fatti di cronaca, i numerosi “suicidi in divisa”, non può che farci soffermare su un ragionamento: «Il malessere del personale che spesse volte porta al suicidio, passa anche attraverso una ingiusta condanna che un Servitore dello Stato onesto, sottopagato e che fa dell’onore e del senso del dovere la sua unica ragione di vita, non riesce e non può sopportare!»

Ci auspichiamo un ridimensionamento alla facilità dell’apertura di procedimenti disciplinari e confidiamo in una apertura al dialogo con i sindacati che rappresentano i militari lavoratori, oltre all’ascolto dei Carabinieri Dipendenti. 

«Un augurio di buon lavoro, infine, all’ufficiale che ha promosso il procedimento penale militare, nel suo nuovo incarico che lo vede a capo di un reparto delicato quale è il Nucleo Operativo ecologico».

La Segreteria Generale Provinciale Bergamo

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri