27° CONCORSO ALLIEVI BRIGADIERI. NSC CALABRIA «PER FARE CARRIERA NON CONVIENE SPOSARSI O PRESTARE SERVIZIO NELLA REGIONE D’ORIGINE»

Ogni anno migliaia di carabinieri accedono ad un concorso interno per progredire nella propria carriera. Una legittima aspirazione di migliorarsi e di mettersi in gioco per assumersi ulteriori responsabilità conseguenti all’acquisizione della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria con il raggiungimento del grado di vice brigadiere dopo un iter concorsuale certamente duro che richiede il superamento di difficili prove selettive e il possesso di determinati titoli con il riconoscimento di un determinato punteggio incrementale.Ci siamo interrogati su come si saranno sentiti i candidati quando hanno scoperto che il criterio di assegnazione del punteggio era fondato, non solo sull’impegno e sui titoli dei candidati, ma incredibilmente anche sul luogo di servizio svolto dagli stessi e, fatto ancora più sconcertante per un pubblico concorso, sulla regione d’origine del coniuge del militare candidato.«Un criterio oggettivamente e fortemente discriminatorio – asserisce Christian Bellè Segretario regionale Calabria del Nuovo Sindacato Carabinieri – atteso che tale metodo evidenzia una chiara volontà del Comando Generale di voler pregiudicare i carabinieri che prestano servizio presso le Regioni d’origine propria e/o del coniuge/ convivente, forse per non affrontare difficoltose “contrattazioni” per i trasferimenti riconnessi al cambio incarico – che inevitabilmente coinvolgono anche i nuclei familiari del candidato – verso Comandi di fatto congeniali alle sole esigenze dell’amministrazione.»«Sostanzialmente – continua il Segretario di NSC Calabria Bellè – l’analisi del bando consente di affermare che si è deciso di concedere un incremento di punteggio solo al personale celibe/nubile in servizio in regione amministrativa diversa da quella di origine propria o ai colleghi sposati con il coniuge/convivente originari di una regione differente da quella in cui si presta il proprio servizio.Appare chiaro quindi, che il concorso in argomento è orientato a limitare l’avanzamento in carriera di chi sia riuscito a rientrare presso la propria regione dopo anni di sacrifici o di coloro che, pur vivendo in regione diversa da quella di origine, abbiano deciso nel tempo di formare una famiglia con un coniuge originario della regione amministrativa di servizio.Tale criterio dimostra per l’ennesima volta il totale disinteresse di codesto Comando Generale per le legittime aspirazioni dei militari e delle loro famiglie, rimanendo indifferente al fatto che migliaia di carabinieri sono rientrati presso le regioni d’origine dopo decenni di lontananza o beneficiando, come nel caso della Legione Calabria, dell’abbattimento dei vincoli temporali di permanenza fuori regione, venendo quindi incontro all’interesse dell’Amministrazione, atteso che i limiti temporali vengono abbattuti in quelle regioni pesantemente sotto organico che l’amministrazione ha interesse a ripianare.«La Segreteria Regionale Calabria di NSC – Continua Bellè – ritiene la suddetta procedura attributiva del punteggio lesiva del principio di imparzialità della PA che al contrario, con un siffatto modo di agire, discrimina chiaramente all’interno di una procedura concorsuale solo alcuni militari, violando altresì il principio costituzionale di eguaglianza e di tutela di tutti i cittadini nei pubblici concorsi e manifestando un palese eccesso di potere.»Pertanto la Segreteria Calabrese del Nuovo Sindacato Carabinieri ha chiesto al Comando Generale di eliminare i suddetti vincoli in ossequio alla tanto decantata apertura delle carriere ed alla tanto declamata vicinanza ai carabinieri che, mai come questa volta, oltre ad essere direttamente investiti dello sconforto di venire pregiudicati per aver “servito” nella propria regione d’origine, dovranno altresì gestire il senso di colpa dei rispettivi familiari, incredibilmente rei di incidere pesantemente in negativo sull’attribuzione del punteggio concorsuale, pregiudicando la legittima aspirazione di progredire in carriera dei militari candidati.

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