“Inferiore alla media”. Carabiniere ricorre al Tar e vince, Nsc: “Giustizia ha capito che l’Arma demotiva ingiustamente i suoi uomini”

“Quello che non ci viene riconosciuto dalla grande famiglia, all’interno della casa di vetro, ci viene però riconosciuto dalla giustizia. Il Nuovo sindacato Carabinieri aggiunge alla sua lista, l’ennesima vittoria di un proprio iscritto che ha fatto ricorso al Tar avverso una scheda valutativa ingiusta”.

È quanto dichiara la segreteria regionale Campania del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

“Nonostante le attitudini risultate positive, un militare è stato giudicato nelle note caratteristiche inferiore alla media. Una valutazione che se pronunciata per due volte consecutive, porta alla perdita del posto di lavoro. Il nostro collega – spiega Nsc – si è dapprima rivolto al Ministero della Difesa che ha accolto il provvedimento impugnato e disposta nuova valutazione per l’incongruenza tra le attitudini riconosciute e la valutazione finale. L’Amministrazione che avrebbe dovuto rivedere il giudizio, ha pensato bene di esprimersi nuovamente in senso negativo, valutando negativamente anche le attitudini prima bene riconosciute. Proposto ricorso al Tar, mediante lo studio legale Argeri Danilo convenzionato, il collega ha vinto e adesso la valutazione dovrà essere giusta e coerente. Abbiamo vinto nella tutela del collega, ma spiace – conclude – che per vedere riconosciuti i diritti dei militari, occorra rivolgersi alla giustizia perché l’Arma anziché incentivarli, li demotiva”

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri