Impedito l’accesso in caserma a dirigenti sindacali di NSC. Comando Generale VS  Ministro Difesa. Conflitto di poteri o violazione di regolamenti?

«Si continua ancora a impedire l’accesso nelle caserme ai dirigenti sindacali del Nuovo Sindacato Carabinieri. Una condotta gravissima che ci vedrà pronti ad agire in ogni sede».

Lo comunica la segreteria nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«L’ufficio relazioni sindacali, il cui nome a questo punto riteniamo inopportuno, visto che disincentiva tali relazioni (a differenza di quanto avveniva con il precedente comandante), ha arbitrariamente ignorato  la circolare del Ministro della Difesa del 2019 che imponeva agli Stati Maggiori di regolamentare il diritto di accesso nelle caserme dei Dirigenti Sindacali. Un Comando Generale che si pone contro il Ministro della Difesa non lo avevamo ancora visto – commenta la segreteria -. Abbiamo scritto al Ministro della Difesa per segnalare la descritta violazione e l’illegittimo ostruzionismo posto in essere dall’ Ufficio Relazioni Sindacali del C G. e allo stesso tempo chiediamo al Comandante Generale Teo Luzi se sia a conoscenza di ciò che sta succedendo e se il concetto di “Casa di Vetro” da lui enunciato ad inizio mandato sia ancora attuale o appartenga oramai al passato. Allo stesso tempo – conclude – ci  chiediamo quale sia la “ratio” e lo scopo  di un Ufficio Relazioni Sindacali che di fatto blocca, ostruisce e chiude alle Relazioni Sindacali. Ci rivolgeremo ancora una volta in tutte le sedi competenti perché contrastare i Sindacati equivale a ledere i diritti dei Carabinieri».

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri