Diritti sindacali violati, ma non per chi indossa il doppio cappello!

«Nei giorni scorsi, a Pordenone e Udine, ci è stato impedito di accedere alle caserme e di espletare il nostro ruolo sindacale a favore dei nostri iscritti. Questo a causa di una interpretazione della norma che ha dell’incredibile. Il tutto mentre una delegazione della rappresentanza militare Cocer composta da un dirigente sindacale di altra sigla, si recava presso una caserma in provincia di Padova per valutare se detto comando era da inserire tra le sedi disagiate».

Lo fa sapere Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«Il responsabile delle relazioni sindacali ha firmato la nota con le ragioni del nostro allontanamento, motivandolo con “la mancanza di un substrato normativo che sancisca, in positivo, i diritti e le prerogative sindacali”. Quindi? – si domanda Zetti – Il Comando Generale lo vieta per tutelarci? Sembra lo stravolgimento del principio di libertà che vige in tutti gli Stati: tutto ciò che non è vietato è permesso. Però, ai dirigenti sindacali con doppio cappello, tutto è permesso. Ci chiediamo – conclude – è tutto regolare?»

IN PRIMO PIANO

“Superamento dell’atto dovuto”, il Nuovo Sindacato Carabinieri deposita in Cassazione una proposta di Legge di iniziativa popolare

Un momento storico per la tutela del personale in divisa e per l’intero Comparto Sicurezza e Difesa.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri annuncia il deposito ufficiale, avvenuto venerdì 19 settembre, presso la Corte Suprema di Cassazione, della sua proposta di Legge di iniziativa popolare intitolata “Superamento dell’atto dovuto”.
La proposta è stata inserita nell’edizione della Gazzetta Ufficiale di sabato 20 settembre.

NSC

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