Baby gang dileggia Polizia. Magno (NSC): «Evidente problema culturale tra le nuove generazioni»

«Il video che ha fatto il giro del web e che riprende la scena in cui dei ragazzini a Bergamo dileggiano la Polizia, denota un grave problema culturale tra le nuove generazioni, alla base del quale viene a mancare il rispetto verso chi rappresenta le istituzioni».

Lo dichiara Nicola Magno, a nome di tutta la segreteria regionale pugliese del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«Vedere dei ragazzini prendersi gioco di servitori dello Stato, come se fossero al di sopra della legge e intoccabili, deve farci riflettere su cosa stiamo insegnando a padri e madri del futuro. Complice di questa situazione – spiega Magno – sono messaggi sbagliati che molto spesso viaggiano sui media e sui social, dove uomini e donne in divisa vengono spesso strumentalizzati e fatti passare come l’anello debole della catena. Bisogna intervenire sull’educazione, perché chi serve lo Stato non può essere considerato lo zimbello dei social e bisogna intervenire anche sull’impianto normativo e sulle istituzioni educative che devono comprendere e affrontare il fenomeno delle baby gang, introducendo l’insegnamento di educazione civica nelle scuole. Il problema di fondo è culturale – conclude Magno – e bisogna intervenire per la riscoperta dei valori e del rispetto nei confronti delle istituzioni dello Stato».

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri