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13° Reggimento “Friuli Venezia Giulia”, recepite importanti criticità in occasione della prima assemblea sindacale di NSC

“Entrare in contatto con i colleghi delle zone più lontane o dei Reparti più specifici, arricchisce della cultura sindacale quei carabinieri e, al contempo, trasmette al sindacato nozioni e criticità tipiche di realtà peculiari e non sempre facilmente conosciute”: così si è espresso il segretario generale nazionale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri Michele Capece, a conclusione dell’assemblea sindacale svoltasi lo scorso 29 agosto al 13° Reggimento “Friuli Venezia Giulia”.
A organizzarla, è stata la Segreteria Provinciale di NSC Gorizia, composta dai segretari Daniele Sinicropi e Francesco Ropa, veterani dello stesso Reparto.
È proprio il caso del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia” e in generale della 2° Brigata Mobile di cui fa parte insieme al 7° Reggimento Carabinieri “Trentino Alto Adige”, al 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” e al Gruppo Intervento Speciale (G.I.S.).
“La specificità del settore – spiegano Daniele Sinicropi e Francesco Ropa – è data dal fatto che tutti gli operatori effettivi, dopo aver superato un corso di accesso di sei mesi consistente in test di sbarramento settimanali che variano da materie prettamente militari a quelle di Polizia Militare e di Polizia Giudiziaria, ottengono la qualifica di operatore in aree di crisi”.
“Anche tale qualifica – aggiungono i due segretari –  viene raggiunta dopo un periodo di studio presso il COESPU e a fronte di test e studi”.
Da parte dei tanti carabinieri che hanno partecipato all’assemblea, oltre a una prima presentazione di massima del sindacato esposta dal segretario generale regionale di NSC Friuli Venezia Giulia Luigi Ricciardi e alla materia pensionistica esposta dal segretario generale aggiunto Michele Capece, sono state rappresentate considerazioni relative alla destinazione vera e propria di questo Reparto e al reale impiego, che se ne discosta.
Come scrive proprio il Comando Generale nella pagina istituzionale dell’Arma, i carabinieri del 7° e 13° Reggimento sono destinati a compiti militari nelle operazioni fuori area [c.d. missioni all’estero] e al concorso per la Difesa Integrata del Territorio nazionale e nei servizi di ordine pubblico.
“Non è lineare, questa è l’osservazione che abbiamo recepito dai tanti partecipanti all’assemblea – riferisce il segretario nazionale Irene Carpanese – che il personale di tali Reparti dopo mesi di sacrifici per raggiungere l’obiettivo prefissato, venga utilizzato per compiti prettamente appartenenti alla 1° Brigata Mobile quali servizi di Ordine Pubblico anche di secondaria importanza, o peggio ancora per compiti di controllo del Territorio, mentre allo stesso tempo personale della Territoriale o della 1° Brigata Mobile, non specificamente specializzato e addestrato e che nasce per compiti differenti, venga inviato in Missione Fuori Area”.
Consci delle condizioni relative al benessere dei carabinieri, che a livello economico sono davvero critiche, forse si potrebbe ipotizzare un ragionamento da cui discende la stessa criticità.
Siamo nel corso della negoziazione del contratto economico del nostro Comparto e nel rappresentare i disagi e le esigenze finanziarie dei carabinieri, con analisi dettagliate del loro tenore di vita rapportato all’attuale inflazione al 17%, emerge la difficoltà economica dei militari,
spesso con situazioni famigliari “disagiate”, tanto da potere accedere alla “carta sociale degli acquisti”.
I colleghi dunque ricorrono, nel tentativo di portare qualche introito in più a casa, a istituti che potremmo definire come ammortizzatori sociali, tra i quali figura sicuramente lo straordinario.
“Non è da escludere che, analizzata la situazione che abbiamo appreso da questo Reparto – conclude il segretario generale aggiunto Michele Capece – anche le missioni all’estero vengano viste e sfruttate al pari di un ammortizzatore sociale per quel personale non specializzato, della Linea Territoriale in particolare, che di default non percepisce uno stipendio dignitoso per la sopravvivenza sua e della sua famiglia”.
Una situazione che perdura da tempo e che crea notevole malcontento e frustrazione nel personale dei due Reparti della 2° Brigata Mobile, che si sente sempre più spesso sfiduciato per la mancata valorizzazione delle proprie specificità.
Si tratta inoltre di una condizione che genera un campanello d’allarme sociale, in esito alle suddette analisi, relativo alla condizione economica dei carabinieri su larga scala, che non può essere ignorata.
La Segreteria Provinciale di NSC Gorizia, unitamente all’Ufficio Organizzazione Mobile, terrà monitorata la situazione e la analizzerà nel dettaglio, per redigere un documento che verrà posto all’attenzione del Comando Generale con le considerazioni sviscerate e le proposte per la risoluzione delle criticità recepite.

 

La Segreteria Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di GoriziaAl centro dell’assemblea, la prima in assoluto della storia a Gorizia, le condizioni di disagio economico di molte famiglie

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“Superamento dell’atto dovuto”, il Nuovo Sindacato Carabinieri deposita in Cassazione una proposta di Legge di iniziativa popolare

Un momento storico per la tutela del personale in divisa e per l’intero Comparto Sicurezza e Difesa.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri annuncia il deposito ufficiale, avvenuto venerdì 19 settembre, presso la Corte Suprema di Cassazione, della sua proposta di Legge di iniziativa popolare intitolata “Superamento dell’atto dovuto”.
La proposta è stata inserita nell’edizione della Gazzetta Ufficiale di sabato 20 settembre.

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