La sicurezza con l’evolversi del tempo. Importante convegno a Bari

Sicurezza percepita e sicurezza effettiva sono sullo stesso piano? Le istituzioni investono adeguatamente in sicurezza? Può il sindacato dare il suo contributo alla modernizzazione dei sistemi di sicurezza e della sicurezza sul lavoro, bypassando i limiti della Legge Corda che penalizza la democraticità di un sistema sindacale militare sull’altare degli interessi delle rappresentanze militari?

È a queste domande che si cercherà di rispondere mercoledì 27 aprile, dalle 10,00 alle 13,00, presso la sala consiliare della Città Metropolitana di Bari, negli ambiti di un convegno sulla tematica organizzato dalla segreteria pugliese del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

Il primo importante evento della neocostituita segreteria regionale, alla quale prenderanno parte importanti personaggi del panorama politico locale e nazionale.

Saranno presenti in veste di relatori, infatti, il sindaco della città metropolitana di Bari Antonio Decaro, il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, la senatrice Angela Bruna Piarulli e il senatore Roberto Marti.

Aprirà i lavori il segretario generale regionale Puglia di NSC Nicola Magno e interverranno altre personalità del mondo sindacale tra cui Giuseppe Tiani, segretario generale del sindacato di polizia SIAP, l’avvocato Danilo Argeri del foro di Bari, il Capo Dipartimento Igiene e Sicurezza di NSC Giovanni Pittalis, Eliseo Taverna, segretario generale SINAFI.

Il dibattito sarà moderato dal dirigente sindacale Giovanni Morgese.

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri