Catanzaro, i carabinieri del NORM sono senza divisa. Nsc insorge: «Assurdo, colleghi devono farsi prestare l’uniforme»

«A seguito dei trasferimenti del personale alle Sezioni Radiomobili catanzaresi, molti colleghi “radiomobilisti” sono arrivati senza l’assegnazione del vestiario previsto. Questo implica che il personale trasferito è costretto a reperire in ogni modo il vestiario necessario – prioritariamente giacca a vento e/o stivali, tra l’altro spettanti di diritto per chi svolge il turno di radiomobile, talvolta ricevendoli in prestito da altri colleghi per essere bene equipaggiati e per non disattendere a quanto previsto dai regolamenti vigenti».

È quanto segnala la segreteria provinciale di Catanzaro del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«Tutto ciò appare anacronistico e imbarazzante per il solo fatto che il personale è indotto ad elemosinare in prestito una giacca a vento o un paio di stivali per poter lavorare, facendo crescere amarezza e malessere tra i colleghi. Il nucleo radiomobile rappresenta il fiore all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri, se non altro per il delicato compito di rappresentare il primo intervento quando i cittadini ci tendono la mano per chiedere soccorso. Ci auguriamo – concludono – che questa situazione assurda e di disagio cessi al più presto e che il Comando Generale intervenga in tal senso».

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri