L’Inaccettabile gogna sul “Caso Ramy” continua: Carabinieri, non siamo Polizia Morale!

Dal Senato alle Caserme: NSC chiede lo STOP alla Criminalizzazione del dovere di ogni singolo Carabiniere!

Ci risiamo! Ancora una volta, il “caso Ramy” si ripropone con la sua carica di ingiustizia e con un assalto mediatico inaccettabile, puntando il dito contro un nostro collega, un fedele servitore dello Stato. Il calvario per il Carabiniere alla guida dell’auto di servizio non si è mai veramente concluso; ora, si riapre la gogna mediatica, un copione fin troppo noto che ci aspettavamo.

Leggiamo dai media che i Giudici di Milano hanno al momento sentenziato che: “La macchina che insegue era troppo vicina.

Un’accusa che si fatica a comprendere! Se da un lato è stata scongiurata la responsabilità diretta del nostro collega, poiché nessun impatto c’è stato tra l’autoradio di servizio e l’ormai tristemente famoso scooter, dall’altro sembra si materializzano nuove vie d’accusa che arrivano persino a contestare l’omicidio stradale a chi stava compiendo il proprio dovere, a chi non si è sottratto al sacro impegno di fermare un fuggitivo. Sul punto, confermiamo comunque la piena fiducia sull’operato della Magistratura per fare luce sulla vicenda con una chiara ricostruzione che sicuramente dimostrerà il giusto operato dei Carabinieri.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri però, con voce unanime e compatta, chiede ed esige tutele reali e incondizionate per chi ogni giorno, con coraggio e abnegazione, protegge uno Stato che troppo celermente ci indaga e con altrettanta spietatezza dimentica i troppi “Carlo” che hanno sacrificato la propria vita sull’asfalto per mano di criminali senza scrupoli.

Proprio l’altro giorno, il Nuovo Sindacato Carabinieri ha portato la nostra voce direttamente in Senato, ribadendo con forza la necessità di maggiori tutele per gli uomini e le donne in divisa. Abbiamo chiesto a gran voce che cessino gli stati d’accusa ingiusti per il servizio che ogni giorno espletiamo con sacrificio e dedizione. Non possiamo accettare che chi opera per la sicurezza dei cittadini diventi automaticamente il bersaglio di un sistema che, invece di proteggerlo, lo incrimina.

Se l’intenzione è quella di trasformarci in un mero corpo di “polizia morale”, pronto a subire accuse e addossarsi colpe non proprie per l’operato altrui, allora proponiamo una drastica e necessaria revisione delle nostre funzioni. Se il nostro agire preventivo e repressivo viene sistematicamente ostacolato e punito, è forse giunto il momento di adottare una nuova norma che preveda il nostro intervento solo a evento o reato già consumato.

Come i Vigili del Fuoco intervengono dopo un incendio, o il 118 dopo un decesso, così le Forze dell’Ordine potrebbero rimanere in caserma, a disposizione, intervenendo solo a posteriori. Ciò comporterebbe un notevole risparmio per i cittadini, tagliando drasticamente i costi del carburante e dei mezzi preposti alla prevenzione. Niente più repressione, niente più processi contro chi, semplicemente, cerca di proteggere l’ordine. In questo scenario, le caserme diventerebbero il nostro unico presidio, in attesa che l’irreparabile sia già accaduto.

Chiediamo, anzi esigiamo un intervento fermo e risoluto del nostro Comandante Generale! Che questo scempio cessi immediatamente! Oppure, che le parole, così vere e profondamente umane, del rimosso Generale Pietro Oresta – “Il vostro benessere è superiore a qualunque istruzione o procedura” – siano scolpite indelebilmente in ogni caserma del nostro Paese, a monito e a guida per un’Arma che deve essere umana prima che procedurale, e che deve proteggere i suoi uomini tanto quanto protegge i cittadini.

Nuovo Sindacato Carabinieri