Università telematiche, addio agli esami a distanza. Il segretario nazionale di NSC Irene Carpanese: “Rischio di penalizzazione per i carabinieri che ambiscono alla propria crescita, personale e culturale”

La riforma interessa anche i corsi già avviati e quindi i carabinieri già iscritti, che hanno scelto una facoltà telematica per le caratteristiche organizzative e l'elasticità che consente di gestire vita familiare e lavorativa

Ambire al miglioramento e curare la propria crescita personale, per un carabiniere, è già spesso critico economicamente, difficilmente conciliabile con le attività di servizio e talvolta non pienamente accettato dalla scala gerarchica.
Oltre a queste già note difficoltà, oggi veniamo a conoscenza di un’ ulteriore importante novità che riguarda tutti gli studenti iscritti alle università telematiche: a partire dall’anno accademico 2025/2026, gli esami universitari non saranno più svolti a distanza ma in presenza, presso le sedi individuate dagli Atenei.
Il Decreto Bernini, detto anche Decreto Università, diventato Legge lo scorso 1° agosto, seppur apportando notevoli riforme in favore della qualità dell’istruzione erogata dagli Atenei telematici, infatti, rischia di penalizzare i carabinieri, parimenti a tanti studenti lavoratori che hanno scelto l’iscrizione a corsi universitari online appositamente per le loro peculiarità organizzative e per l’elasticità che consente agli studenti nel co-gestire vita familiare e lavorativa.
E, non ultimo, per le convenzioni economiche intese tra questi stessi Atenei e l’Arma a favore degli studenti carabinieri.
“Per studenti, quali i carabinieri, il cui stipendio non è confacente con il costo della vita – afferma il segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Irene Carpanese – come abbiamo sostenuto fortemente e dimostrato durante la negoziazione economica a cui NSC ha partecipato, e per i quali l’organizzazione delle attività di servizio, complice anche la diffusa carenza di organico oltre che la peculiarità della vita lavorativa a turni, l’autoformazione è già di per sé difficoltosa”.
Tale riforma, che interessa anche i corsi già avviati e quindi i carabinieri già iscritti e che hanno scelto una facoltà telematica appunto per le caratteristiche organizzative, rischia di mettere in seria difficoltà economica e logistica i nostri colleghi che hanno a cuore la propria crescita personale.
Una crescita del singolo lavoratore, che dovrebbe solo essere sostenuta per un progresso generalizzato della formazione dei professionisti che servono lo Stato e la collettività.
“Non vorremmo assolutamente – osserva Irene Carpanese – che i nostri colleghi si debbano trovare davanti a un bivio così importante: fronteggiare difficoltà economiche e familiari e scontrarsi con le difficoltà di Reparto conseguenti alla necessità di maggiori assenze dal servizio per poter sostenere gli esami a chilometri di distanza, oppure abbandonare gli studi e l’aspirazione a migliorarsi”.
“È per questo che il Nuovo Sindacato Carabinieri – conclude il segretario nazionale – ha richiesto, con un intervento diretto al Ministero della Difesa, l’interessamento del Ministero dell’Università e della Ricerca affinché valuti una deroga permanente alla riforma per i lavoratori delle Forze dell’Ordine, o perlomeno una deroga transitoria per quei carabinieri che hanno già avviato il percorso di studi negli anni passati, proprio sulla base delle opportunità organizzative dei corsi previste al tempo dell’iscrizione”.

NSC

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