Suicidio dell’ex forestale Molena, Nsc: «No, l’integrazione nell’Arma non è per niente riuscita»

Abbiamo volutamente aspettato un po’ di tempo prima di esprimere il nostro cordoglio per la tragica scomparsa del collega Emanuele Molena. Abbiamo voluto aspettare per evitare di essere tacciati come avvoltoi nel cavalcare l’onda emotiva e l’enfasi dell’accaduto. Oggi, con la mente meno annebbiata dal dispiacere della tragica notizia, esprimiamo prima di tutto la vicinanza del Nuovo Sindacato Carabinieri ai familiari di Emanuele e allo stesso tempo riserviamo la giusta attenzione alle motivazioni esplicite dell’evento, un gesto che non può essere superficialmente considerato come un momento estemporaneo privo di importanza. I dati del disagio, del malessere, delle complicazioni sorte a seguito del transito di gran parte del personale ex CFS nell’Arma, sono ormai alla luce del giorno e le parole rese dal Comandante Generale in sede di audizione ufficiale quando dichiarava, circa lo stato del passaggio, che l’integrazione era perfettamente riuscita, meritano un’approfondita verifica dallo stesso Sig. Comandante sui dati reali e non propinati da coloro che cercano conforto su propagande costruite per compiacere. Non vogliamo entrare nel merito del diverso peso gerarchico subentrato dopo l’acquisizione dello status militare, anche perché il “peso” varia quando il Superiore è un Comandante e non, anche un inquisitore. Le stesse manovre susseguitesi dal 1 gennaio 2017 non danno alcuna serenità al personale dei Ruoli Forestali,  dal 2017 i Reparti ex CFS hanno cambiato almeno 4 volte denominazione, in ultimo con il passaggio da Stazione a Nucleo con gravi ripercussioni anche nel quadro identitario. Tale variazione di denominazione è stata descritta dall’amministrazione come un maggiore risalto della funzione specialistica di tali Reparti ma, dagli operatori è vissuta come un ulteriore ridimensionamento. Il disagio esiste, il malessere esiste e appare strano che dalle pareti della casa di vetro non si riesce ad osservare ciò che accade, forse occorrerebbe non girarsi di spalle. I cambiamenti alcune volte sono necessari, ma gli stessi, spesso sono maggiormente accettati se sono condivisi, realizzati e lavorati in modo partecipativo. Il nostro invito all’amministrazione di fare tesoro di questo tragico evento affinché avvii una stagione storica di partecipazione, l’Arma ha la possibilità di attingere proposte e aiuto da chi rappresenta il personale. Noi ci siamo. Ci siamo soprattutto per essere vicini alle esigenze reali dei militari ed in particolare dei Carabinieri Forestali affinché gli esiti negativi della discutibile scelta politica della soppressione del Corpo Forestale dello Stato, non ricada esclusivamente sulle loro spalle e soprattutto perché non rimanga inascoltato il grido eterno di chi ha deciso di lasciare questa esistenza indossando i valori della sua vita.

Alessandro Ragucci, presidente NSC

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