Resoconto dei 2 giorni trascorsi a Roma nei palazzi della politica.

Ieri alla Consulta sulla Sicurezza organizzata dal Gruppo Parlamentare di Forza Italia, presente il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago e il Presidente dei Senatori di F.I. Maurizio Gasparri, abbiamo ribadito la necessità di porre mano e rimedio alla legge 46/2022 che regolamenta i sindacati dei militari, legge retriva e inadatta, per certi versi anticostituzionale, che ha riportato il mondo delle tutele dei militari e dei diritti indietro di 40 anni. Il Sottosegretario ha convenuto con noi, prendendo nota delle molteplici criticità segnalate, delle necessità di riformare una legge che è nata già vecchia, per colpa dell’inadeguatezza e non conoscenza della materia da parte dei parlamentari che all’epoca l’hanno promossa, sostenuta e votata. Il Sottosegretario è stato messo in guardia ed stato chiesto in maniera specifica di controllare accuratamente ciò che viene posto alla firma del Ministro da parte di alcuni uffici di diretta collaborazione con il Ministro o elementi appartenenti a SMD, atteso che sono state riscontrate errate convinzioni o errate informazioni nei confronti dell’Autorità Politica.

Sul fronte del rinnovo contrattuale finalmente si scorgono spiragli di luce all ‘8° incontro presso il Ministero della Pubblica Amministrazione. A seguito delle richieste di tutte le sigle sindacali dell’Arma, TRANNE UNA isolata che abbaia alla luna, il punto parametrale è stato rivisto nuovamente al rialzo, rispetto ai precedenti incontri, raggiungendo la quota di 195.50 (partivamo da 183 vigente). Su questo punto espriamo una fiducia, anche se cauta, rispetto allo sforzo fatto che per la prima volta ha visto un’allocazione così importante, parliamo dell’87% e più delle risorse destinate al Comparto Sicurezza-Difesa che andranno ad incrementare le voci fisse e continuative ovvero la voce stipendiale.
Altro discorso è stato per la bozza di proposta per il trattamento accessorio, che è stato respinto dalle sigle sindacali poiché, innanzitutto conteneva ingenti elargizioni nei confronti di pochi, e inoltre non conteneva le richieste espressamente indicate nel documento di alcuni giorni presentato dalle sigle sindacali ma esclsuivamente l’istituzione di nuove indennità richieste dal Comando Generale Arma oppure risibili incrementi di istituti già previsti, che però non erano stati discussi con le parti sindacali. In particolare, la proposta presentata al tavolo contrattuale, prevedeva l’allocazione del 12% delle risorse destinate alla parte accessoria, ad una unica indennità, per un valore superiore al milione di euro, di cui avrebbero beneficiato poche centinaia di unità di carabinieri.
I rappresentanti di parte pubblica si sono però, dopo un’ampio dibattito e discussione, dimostrati disponibili, almeno a parole, a rivedere le posizioni e a dialogare con i sindacati, senza più tentare di emarginare le parti sociali.
Nuovo Sindacato Carabinieri

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri