NSC chiede una fase transitoria per i marescialli e i vice brigadieri neo promossi: sia garantita la conferma nei Reparti di appartenenza

Su proposta del dirigente del Nuovo Sindacato Carabinieri e responsabile dell’Ufficio preposto della sigla Federico Ales e dopo le sollecitazioni di iscritti e simpatizzanti, la Segreteria Nazionale scrive al Comando Generale dell’Arma per chiedere la conferma ai Reparti di appartenenza per i marescialli e i vice brigadieri appena promossi.
La progressione di carriera è un aspetto da tutelare e da incentivare.
Tuttavia, le attuali modalità di reimpiego dei marescialli e dei vice brigadieri neo promossi hanno recentemente indotto molti militari a rinunciare alla frequenza dei relativi corsi, timorosi di un allontanamento dalle attuali sedi di servizio e del conseguente sconvolgimento degli equilibri personali e familiari.
Per evitare l’insorgere di un trend negativo nelle progressioni di carriera, appare opportuno che si proceda ad assicurare al più presto una fase transitoria, in cui sia garantita –  qualora conforme ai dettami delle normative relative ai profili d’impiego –  la conferma, al termine dei corsi formativi, ai Reparti di appartenenza in assenza, ovviamente, di situazioni d’incompatibilità o di sfavorevoli condizioni organiche, senza dimenticare di sbloccare al contempo la possibilità per i neo brigadieri di fare rientro nella loro terra d’origine anche colmando le vacanze organiche nei ruoli ispettori e appuntati /carabinieri.

 

La Segreteria Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri NSC chiede la conferma, al termine dei corsi formativi, ai Reparti di appartenenza in assenza, ovviamente, di situazioni d’incompatibilità o di sfavorevoli condizioni organiche

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri