Non si può ammutolire l’attività sindacale. Il Segretario Nazionale De Angelis assolto dall’accusa di diffamazione

Nell’ambiente militare è necessario che la libertà di critica e di informazione diventi materia di studio sin dalle scuole militari, perché non venga confusa con la diffamazione per il sol fatto che il dirigente sindacale  sindaca, anche in modo aspro, le scelte che potrebbero danneggiare  il benessere del personale.

Sulla falsa riga di tale concetto Costituzionalmente garantito, ieri 12 gennaio 2022, i Giudici della Corte d’Appello Militare di Roma hanno messo fine alla vicenda giudiziaria nata, nell’aprile 2020, a seguito di una aspra critica sindacale mossa dall’allora Segretario Generale Regionale N.S.C. Emilia Romagna, Armando De Angelis, nei confronti della scelta ritenuta sindacalmente “non da padre di famiglia” messa in atto  da un comandante  che andava – a parere del sindacalista – a discapito del benessere del personale. La divergenza di vedute vide soccombere in  primo  grado il dirigente De Angelis perché la corte aveva ritenuto tale intervento fosse andato oltre i limiti della continenza verbale. Infatti nel mese di giugno 2020, il Tribunale Militare di Verona condannava Armando De Angelis a mesi 2 di reclusione militare, con la concessione di tutti i benefici di Legge, per aver aspramente criticato il comportamento tenuto da chi aveva rifiutato, in piena emergenza, mascherine ed altri dispositivi per contrastare il virus.

La vicenda giudiziaria, umana e professionale che ha coinvolto il citato Segretario Regionale NSC, ora Segretario Nazionale, si è conclusa con la pronuncia di assoluzione sentenziata dai Giudici della Corte di Appello Militare di Roma a favore del dirigente nazionale Armando de Angelis.

Il sindacato attraverso il proprio Segretario Generale, Massimiliano Zetti, ringrazia  l’Avv. Giorgio Carta, Capo dell’Ufficio Legale N.S.C. e l’Avv. Maria Laura Perrone dello Studio Legale Carta di Roma,  per aver in modo così efficiente salvaguardato i diritti sindacali e quindi i diritti  di tutti i militari, nessuno escluso.

Forse è il caso di rimodulare l’arcaico e “pericoloso” motto “USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR”

Giovanni Morgese – Segretario Regionale NSC Emilia Romagna

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri