La pressione fiscale inficia gli aumenti contrattuali. L’appello del Nuovo Sindacato Carabinieri per la Legge di Bilancio 2026

I Segretari Nazionali Michele Capece e Irene Carpanese intervengono sulle criticità economiche patite dai carabinieri, a causa dalla sempre più crescente pressione fiscale. Non si deve rischiare di vanificare il grande sforzo impiegato in fase contrattuale e il risultato raggiunto di uno storico aumento contrattuale. Taglio dell'IRPEF e riduzione dell'aliquota per i redditi medi, le mozioni avanzate al Governo.

Roma, 21 settembre 2025 – Il Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) lancia un appello urgente al Governo, chiedendo che l’imminente Legge di Bilancio 2026 non tradisca le aspettative del personale del Comparto Sicurezza e Difesa. L’organizzazione sindacale ribadisce la necessità di un intervento economico strutturale che affronti il paradosso per cui gli aumenti contrattuali, pur ottenuti con fatica, vengono vanificati dalla crescente pressione fiscale e dall’inflazione.

Irene Carpanese – Segretario Nazionale, ha dichiarato: “La nostra valutazione si basa sulle proiezioni delle passate negoziazioni, sull’andamento economico nazionale e su un sondaggio che ha rivelato un profondo disagio economico tra i lavoratori in divisa. Per il 74,3% dei nostri operatori, la priorità assoluta è un aumento significativo e generalizzato della parte fissa dello stipendio, una richiesta che nasce dall’impoverimento subito a causa dell’inflazione e dei precedenti blocchi contrattuali. Chiediamo un concreto segno di riconoscimento dello Stato”.

Il sindacato sottolinea che l’attuale contesto economico e normativo, unito a specificità lavorative come l’elevato rischio, il carico di lavoro, la carenza di personale e la mancanza del diritto di sciopero, rende insufficienti i soli ritocchi salariali.

Il Segretario Generale Vicario Michele Capece, guarda con attenzione alle anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2026, in particolare all’ipotesi di un taglio dell’IRPEF per il ceto medio, con una possibile riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi intermedi. Sebbene questa misura sia un passo nella giusta direzione, non può essere l’unica risposta ma bisogna intervenire con un pacchetto di interventi complementari, quali potrebbero essere:

  • Indennità per rischi e straordinari: Un aumento delle indennità per i rischi lavorativi e il riconoscimento economico delle ore di straordinario e delle ferie non godute.
  • Welfare e previdenza: L’istituzione di una previdenza complementare dedicata.
  • Sostegno abitativo: Misure concrete per la mobilità e l’alloggio.
  • Valorizzazione delle carriere: Una revisione del sistema di progressione per premiare il merito e l’esperienza

“Dare ulteriore dignità economica ai nostri operatori non è solo un atto di giustizia sociale, ma un investimento nella sicurezza del nostro Paese “.  Confidiamo nella sensibilità del Governo per garantire che chi è chiamato a difendere la Nazione possa farlo senza il peso di un’eccessiva precarietà.

La lotta per la rivendicazione dei diritti dei carabinieri non si ferma. Il benessere dei nostri colleghi, inutile negarlo, passa anche per il benessere (e la serenità) sul fronte economico.

La Segreteria Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri

NSC

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