Ge.Tra, NSC da sempre si occupa di questa criticità

“Raccogliendo lo spunto che proviene dal recente comunicato stampa della segreteria provinciale di Brescia, ma non è la prima volta che NSC si occupa della criticità, è ormai problematica nota a livello locale e centrale, che molto probabilmente la riforma delle carriere del 2017 ha creato una disomogeneità sul territorio nazionale della figura/ruolo del sovrintendente. Ormai annualmente raccogliamo le lamentele di chi partecipa ai concorsi da vice brigadiere, sia a titoli che a concorso, con la voglia e l’ambizione di intraprendere una nuova carriera e soprattutto di mettere a disposizione dei cittadini la propria capacità e preparazione di ufficiale di PG. Le ambizioni si scontranoannualmente con tutte quelle rinunce per un rigore nell’attenersi alla forza organica dei vari Comandi. In tanti si trovano costretti a rinunciare al concorso, anche se vincitori, per trasferimenti che sfociano anche al di fuori del proprio Comando di Corpo e nemmeno troppo confinanti. Urge rivedere quanto prima questi principi, per far sì che le aspettative e l’ambizione degli uomini e delle donne in divisa non vengano precluse, ma soprattutto che un sovra organico di un UPG venga visto come occasione, per colmare la mancanza di eventuali posizioni del ruolo Ispettori.Siamo fiduciosi che ci sia la possibilità di partecipare ad un incontro presso le sedi opportune per dialogare e proporre la giusta attenzione alla problematica che spesso demotiva i nostri colleghi, ma soprattutto danneggia la nostra rispettabile amministrazione.

Un lavoratore motivato è un surplus per l’amministrazione e per i cittadini.

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri