Eh già, perché mentre la Questura di Arezzo decide di tutelare il proprio personale in grave deficit numerico, con una letterina, informando i paritetici vertici della chiusura degli Uffici denunce, lasciando l’onore di gestire una comunità di più di centomila persone, noi carabinieri dobbiamo chiedere superiormente se tutto questo “va bene”….
Ringraziamo il Tenente Colonnello Silvia Gobbini per aver utilizzato buon senso, carisma e amore proprio oltre all’interessamento per il proprio personale, nell’aver stigmatizzato un problema che in tre anni nemmeno un questore – quello di Arezzo – è stato in grado di risolvere.
Lungi dalla Segreteria Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Toscana voler innescare “una guerra tra poveri”, visto il trend negativo dei numeri che obbligano la Polizia di Stato a chiudere…ma ci chiediamo come mai solo i carabinieri abbiano pensato con senso di comunità a sollevare un problema che sarebbe stato di difficile risoluzione per la cittadinanza aretina.
Ci auguriamo che la politica nazionale sia al corrente di quanto accada nelle Province e consigliamo di interessarsi alle criticità delle Forze dell’Ordine concretamente, oltre che indossare felpe.
Sarà mai possibile sentir dire che un Ufficio denunce della Questura chiuda in barba alle esigenze del cittadino e in danno alle precarie situazioni di organico delle Stazioni Carabinieri?
Veramente la politica nazionale vuole sottolineare questa differenza di ruoli, in cui chi è militare è realmente superiore e in grado di superare le difficoltà dovute a una pessima gestione dei trasferimenti e del personale?
La Segreteria Regionale di NSC Toscana si chiede quanti poliziotti ci vogliano per fare un carabiniere…. o meglio cosa aspetta il Viminale nel mettere mano alle esigenze delle Questure?
Il Segretario Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Toscana Nizar Bensellam Akalay