Comparto Sicurezza, NSC: “Dopo 654 giorni la premier Meloni parla di rinnovo contrattuale”

 

“Ieri 16 ottobre e’ stato approvato il disegno di legge riguardante la manovra economica 2024.

Bene ma non benissimo, se pensiamo che questa doveva essere una priorita’ del Governo ancor prima della scadenza contrattuale, per coloro che operano nel comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.

Sono stati stanziati poco meno di 24 miliardi, frutto di quasi 16 miliardi di extragettito oltre a tagli di spese.

La presidente Meloni in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri, sottolinea che a disposizione del Ministro Zangrillo vi siano oltre 7 miliardi di euro, per gli aumenti contrattuali di cui oltre 2 miliardi di euro per la sanità e 5 miliardi di euro sono per i rimanenti settori.

Il tema del rinnovo è un tema atteso da tutto il personale in uniforme che ricordiamolo pure, quotidianamente serve il Paese, ma quei 5 mld basteranno per chi li fuori produce sicurezza nell’interesse dell’intero Paese anche fuori area?

Un annuncio indubbiamente favorevole quello della premier, se non fosse per il pressing dei sindacati, che cerca di ristabilire un clima positivo nonchè indispensabile a risollevare l’ormai compromesso potere di acquisto dei lavoratori del Comparto difesa.

Difatti la Meloni, evidenzia l’assurdità per un poliziotto a percepire soli 6 euro per un’ora di lavoro straordinario al pari di una colf, senza nulla togliere.

Scettici che questo possa essere un buon aumento salariale visti i comprovati, scandalosi ed incontrollati rincari che minano la serenità in tutte le nostre famiglie.

Auspiachiamo che nei giorni 8 e 9 novembre, nell’incontro fissato con i sindacati di categoria, si mantenga quanto detto e si valutino le giuste proposte magari con un pizzico di coraggio in più.

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri