Carabinieri aggrediti da 4 extracomunitari a calci e pugni, Magno (NSC): “Lo avevano già fatto in passato ed erano liberi, impunità legittima aggressioni”

“I Carabinieri non riescono più a fare il loro lavoro senza tornare a casa con referti di pronto soccorso, occhi gonfi e pugni in faccia o punti di sutura. L’ennesima aggressione ha visto vittime due colleghi nel parco delle Albere, a Trento, presi a calci e pugni da 4 extracomunitari che volevano impedire il controllo di un connazionale, a seguito della segnalazione di un furto ai danni di un cittadino. I colleghi sono stati letteralmente accerchiati e colpiti dai 4 che hanno permesso al loro connazionale di fuggire insieme a loro”.

E’ quanto dichiara Nicola Magno, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

“La professionalità e prontezza dei colleghi – spiega Magno – ha permesso subito di individuare il gruppo di stranieri e di denunciarli. Quello che ci fa specie – prosegue il sindacalista – è che due di loro avevano già precedenti simili per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale e nonostante ciò, erano liberi di continuare a delinquere a causa di un impianto normativo che non consente la certezza della pena. I delinquenti sanno benissimo che oramai siamo l’anello debole della catena e che le loro condotte lesive nei confronti delle divise restano impunite, pertanto si sentono legittimati a reiterare le loro azioni. Chiediamo che le pene per chi usa violenza nei confronti delle forze dell’ordine siano inasprite con la detenzione in carcere. Chi usa violenza contro un uomo in divisa – conclude – usa violenza contro lo Stato”.

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri