Carabinieri accoltellati durante notifica TSO. Zetti (NSC): «Carabinieri non sono medici. Tso problema sanitario e non di ordine pubblico»

«Intendiamo innanzitutto esprimere solidarietà ai due colleghi accoltellati ieri in provincia di Reggio Calabria, durante la notifica di un TSO a una persona affetta da problemi psichici. Argomenti come questi sono molto sensibili e delicati e il contatto con il soggetto non può avvenire da parte del militare che non ha le competenze mediche necessarie per affrontare una situazione del genere».
È quanto dichiara Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), in merito ai due marescialli dell’Arma che ieri sono stati accoltellati a un braccio e alla testa da un 60enne cui è stato notificato un TSO.
«I trattamenti sanitari obbligatori sono un problema sanitario e non di ordine pubblico, i carabinieri non possono, né devono sostituirsi ai medici. Casi come questi riportano alla mente quanto successo a Genova nel 2018 in un caso simile, quando un ragazzo, Jefferson Tomala, durante un TSO si accanì sui poliziotti intervenuti accoltellandoli e uno di questi si difese esplodendo un colpo risultato poi fatale per il giovane. Ecco – conclude Zetti -, il passato continua a non insegnare nulla».

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FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri