Benessere dei Reparti Speciali: disparità nella mobilità del personale, tra “nuove” e “vecchie” disposizioni.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri ha interessato il Comando Generale per la problematica relativa alla mobilità del personale dei Reparti Speciali grazie ad una nota redatta dalla Segreteria Regionale Campania, dov’è stato rappresentato il fulcro della questione, che in sintesi è il seguente.

Il personale che presta servizio già da anni in un Reparto Speciale, (come il NAS, per fare un esempio), a suo tempo, quando ha aderito all’interpellanza per accedervi, ha dato la disponibilità di poter essere impiegato in una qualsiasi delle sedi disponibili – perché così era previsto – e ad oggi non può concorrere per un trasferimento in un’altra sede di gradimento se non ha maturato 4 anni di permanenza al reparto (a meno che non riesca ad ottenerlo ai sensi dell’art 398 R.G.A. (ricongiungimento familiare).

La novità subentrata di recente è la seguente: nelle ultime interpellanze uscite è stata  adottata una nuova procedura di reclutamento per i reparti speciali che permette di scegliere, ancor prima di conseguire la specialità, la sede di gradimento.

Quanto sopra sarebbe stato percepito e vissuto dai più anziani di reparto come un’ingiustizia, perché siffatto sistema coprirebbe molte di quelle posizioni alle quali gli stessi, dopo anni di reparto, legittimamente aspirerebbero, e che verrebbero direttamente occupate dai nuovi arrivati.

Per quanto “apprezzabile” sia questa inversione di tendenza del Comando Generale, non possiamo non rilevare gli effetti che la stessa avrà sul personale anziano già specializzato, che, a suo tempo, pur di rivestire un

prestigioso incarico, ha accettato quanto disposto dall’Amministrazione spostandosi in sedi che, sicuramente, non erano tra quelle più “vicine” alle esigenze personali e familiari.

Pertanto, abbiamo chiesto al Comando Generale di valutare l’opportunità di adottare, per i militari in forza ai reparti speciali, un sistema di gestione dei trasferimenti che possa eliminare qualsiasi forma di disparità, al fine di garantire maggiore trasparenza ed uguaglianza di trattamento.

È indubbio che questa “novità” stia invogliando molti colleghi ad aderire a queste interpellanze, perché crea le condizioni per evitare la “militarizzazione” di interi nuclei familiari per improvvisi trasferimenti lontani centinaia di km dalla propria sede attuale (e sappiamo bene le catastrofiche conseguenze che ciò può avere in un nucleo familiare in cui lavorano entrambi i coniugi), ma riteniamo doveroso evidenziare che non possono essere trascurate le legittime richieste e le oggettive criticità che stanno vivendo coloro che per anni hanno prestato servizio in realtà altamente professionali come quelle dei Reparti Speciali.

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