Oggi è Sant’Ambrogio, giorno sacro per i milanesi.
A Sant’Ambrogio Milano si ferma e viene magicamente avviluppata da un’atmosfera di serenità e speranza, i problemi vengono seppelliti sotto una coltre di neve e nebbia che anestetizza anche i cattivi pensieri.
Il nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Milano riceverà l’Ambrogino d’Oro, massima onorificenza assegnata dalla Città di Milano a chi ne ha reso illustre il nome.
La gioia dovrebbe farla da padrona in una cerimonia di così alto livello morale ed istituzionale, ma sarà purtroppo amara, considerato che i carabinieri di quel medesimo Nucleo Radiomobile rischiano un processo per omicidio stradale, carabinieri che ogni giorno e notte dell’anno, sant’Ambrogio compreso, vigilano affinché la gente possa vivere serenamente le vie della città.
Viene quindi spontaneo pensare che la giustizia non sempre va di pari passo con la durezza della vita reale. Ed è proprio qui che bisogna fermarsi a riflettere, tra il desiderio della gioia per essere considerati meritevoli ed eroi e l’esigenza della giustizia. E’ qui che si gioca l’unica possibile etica incarnata, ospitale, aperta e capace di rispondere alle ferite del mondo reale senza mai perdere la speranza, ed immedesimarsi con chi dall’altra parte, combatte in pochi secondi con l’io che ha giurato fedeltà al popolo e l’uomo figlio, marito e padre.
Il popolo per cui si è giurato fedeltà, a Milano ha già deciso da che parte stare attraverso i propri rappresentanti in Comune che all’unanimità hanno deciso di premiare i carabinieri.
La giustizia certamente non si può affidare al voto del popolo, sarebbe un orrore, ma è già confortante pensare che la gente comune, quella per cui i carabinieri hanno giurato e lavorano ogni giorno, ha già deciso da che parte stare e quali sono i propri eroi.
Antonino Megna, Segretario Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri