Uniformi dei carabinieri, tra passato e attualità

Il segretario generale aggiunto di NSC Puglia Natalino Leobono: "Occorre guardare al futuro e collaborare con aziende specializzate nel settore tecnico-militare, che possano coniugare l'innovazione con l'affidabilità e mantenere alto lo standard qualitativo"

Negli anni Novanta, quando l’Arma dei Carabinieri decise di affidare il rinnovo delle sue uniformi niente meno che a Giorgio Armani, si percepiva chiaramente un’attenzione straordinaria – quasi visionaria – verso l’eleganza, la qualità sartoriale e il rispetto del valore simbolico del corpo uniforme.
Il nero, sostitutivo del vetusto khaki, non è solo un colore: è una dichiarazione di stile, disciplina e raffinatezza istituzionale.
La differenza in termini qualitativi è lampante.
Basta confrontare quei capi con le forniture attuali per rendersi conto del salto indietro in termini di qualità. Tessuti meno resistenti, tagli meno curati, comfort spesso sacrificato: un quadro che mal si concilia con le esigenze di chi opera in strada, sotto il sole cocente d’estate o con il gelo pungente d’inverno, in turni che mettono alla prova corpo e spirito.
Oggi, tuttavia, la situazione sembra molto diversa: le esigenze operative sono cambiate.
Eppure, il tempo non si è fermato.
Le tecnologie tessili sono avanzate: materiali traspiranti, tessuti ignifughi, fibre leggere ma resistentissime.
Il settore tecnico-militare offre oggi soluzioni che uniscono praticità e sicurezza, garantendo al personale non solo eleganza e decoro, ma soprattutto operatività e benessere.
È lì che dobbiamo guardare: non più solo all’immagine, ma alla sostanza.
Le esigenze del personale si sono evolute.
Uniformi ed equipaggiamenti devono garantire comfort, protezione, materiali tecnici, resistenza e funzionalità in scenari sempre più impegnativi.
Invece di guardare al passato con nostalgia, o dimenarsi ancora sul decidere se dotare il personale di uniformi più o meno idonee e in emergenza  – quali la polo estiva –  è invece il momento di guardare al futuro: collaborare con aziende specializzate nel settore tecnico-militare, che possano coniugare l’innovazione con l’affidabilità, mantenendo alto lo standard qualitativo.
Se un tempo la divisa era il simbolo della raffinatezza italiana, oggi deve essere l’emblema della sua innovazione. Perché i carabinieri meritano uniformi che sappiano tenere insieme tradizione e futuro, stile e sostanza, dignità e operatività.
Servono flessibilità nel pensiero, apertura mentale e volontà di investire su soluzioni smart e mirate.
Un sindacato responsabile e un’ Amministrazione attenta e all’avanguardia, non possono più accontentarsi: va incoraggiato il dialogo con le eccellenze del settore tecnico innovativo, per uniformi che siano insieme moderne e rispettose dell’identità istituzionale.

Natalino Leobono, segretario generale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri Puglia

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