Il Nuovo Sindacato Carabinieri annuncia l’invio ufficiale di una lettera ai vertici del Governo italiano, tra cui il Presidente del Consiglio, i Ministri dell’Economia, della Difesa e della Pubblica Amministrazione.
L’obiettivo è chiaro e inequivocabile: garantire un’ulteriore attenzione economica per il personale in divisa.
Il recente rinnovo contrattuale 2022-2024, pur essendo un passo avanti, non è stato sufficiente per porre rimedio alla precarietà economica che affligge il personale in divisa.
In base a un’analisi accurata dell’andamento economico e a un sondaggio interno condotto tra i lavoratori, NSC ha riscontrato un profondo disagio.
Il 74,3% dei partecipanti al sondaggio ha espresso come priorità assoluta un aumento “significativo e generalizzato” della parte fissa dello stipendio.
Tale richiesta nasce dall’impoverimento causato dall’inflazione e dai blocchi contrattuali passati.
Le risorse attualmente stanziate per il rinnovo contrattuale 2025-2027 non sono ritenute sufficienti per assicurare una dignità economica adeguata.
Il nostro personale si sente in un contesto di precarietà economica, un sentimento aggravato da oneri specifici che lo distinguono da altre categorie lavorative.
Tra questi, si evidenziano:
- Rischi lavorativi superiori: il personale opera quotidianamente “per strada” in condizioni di rischio elevato;
- Disparità economica e operativa: si registra una forte preoccupazione per la disparità tra il costo della vita nelle grandi città e le zone rurali.
I carabinieri delle Stazioni, pur affrontando gli stessi interventi dei Nuclei Radiomobili, non sempre dispongono delle stesse protezioni passive; - Vincoli e obblighi: lo status impone limiti e obblighi stringenti, come trasferimenti, reperibilità costante e orari di lavoro rigidi, che incidono sulla vita personale e familiare.
L’impossibilità di esercitare il diritto di sciopero rappresenta una peculiarità della categoria che necessita di essere compensata da un trattamento economico adeguato; - Carico di lavoro e carenza di personale: il 58,5% del personale ha indicato come priorità la riduzione del carico di lavoro e l’ottimizzazione degli orari di servizio, lamentando la “cronica mancanza di personale alle Stazioni”.
La nostra denuncia è un atto di coraggio e di fermezza, non una semplice lamentela.
È la voce autentica di chi, in divisa, incarna l’immagine protettiva dello Stato e ha il diritto di essere riconosciuto e supportato adeguatamente.
Con questo atto formale, il Nuovo Sindacato Carabinieri chiede al Governo di intervenire in sede di NADEF ( Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) per rivedere e integrare le risorse economiche, garantendo che chi difende il Paese possa farlo senza il peso di un’eccessiva precarietà.
Dare ulteriore dignità economica non è solo un atto di giustizia sociale, ma un investimento nella sicurezza della Nazione.
NSC rimane al fianco dei Carabinieri, pronto a lottare per i loro diritti e a garantire che il loro servizio sia valorizzato e compensato in maniera equa.
Michele Capece, segretario generale vicario del Nuovo Sindacato Carabinieri