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Ge.tra. Forestale, tra attese e delusioni croniche. NSC: “No a disuguaglianze ed esclusioni”

I militari del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari, fieri di essere citati nei vanti dell’amministrazione per risultati operativi e presenza sul territorio, orgogliosi di appartenere alla specialità più numerosa dei Carabinieri, chiedono solo una singola cosa, isolata e rappresentativa: di essere trattati come tutti gli altri militari della grande famiglia dell’Arma.
Peccato che per “tutti i militari” come si legge nel caso dei destinatari citati per le interpellanze che vengono pubblicate durante l’anno sul portale Leonardo, l’amministrazione intenda: “tutti i militari, tranne gli appartenenti al Ruolo Forestale e gli specializzati Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare”.
Ed è anche per questo motivo, ossia per l’impossibilità di ambire a impieghi diversi in altri Reparti/specialità in quanto perennemente esclusi da tutto, che i militari della specialità forestale, interessati almeno a spostarsi di zona, attendevano il Ge.tra. annuale con ansia, trasformatasi poi in delusione cronica quando hanno visto le sedi proposte, a dir poco esigue.
Non è sufficiente uno sforzo di analisi certosina per riuscire a comprendere quale criterio di scelta abbia portato a offrire pochissime sedi per tutti i gradi, anche per i Marescialli, agli speranzosi militari aspiranti al trasferimento.
Questi ultimi, infatti, non avrebbero dovuto avere maggiore mobilità dopo il declassamento mascherato col cambio di nome da Stazione a Nucleo?
Permangono inoltre, forti limiti, che discriminano i militari del C.U.F.A.A. rispetto agli altri: per partecipare al Ge.tra. ed essere trasferiti, è necessario infatti appartenere a un Reparto di almeno quattro militari.
Ciò perché per i Reparti da tre, qualora si vincesse il Ge.tra., si verifica comunque previa sostituzione, che può avvenire anche dopo anni.
Ma bisogna anche non avere la sfortuna che un altro collega dello stesso Reparto abbia velleità anch’egli di trasferirsi, perché in caso di “vittoria” di Ge.tra. da parte dei due, ne verrà trasferito uno solo – e l’altro decade –  ossia quello col punteggio più alto, indipendentemente dal grado.
La sfortuna peggiora se il militare aspirante appartiene a uno dei molti Nuclei con servizio Meteomont, perché questi non possono partecipare al Ge.tra.ma solo fare domande extra Ge.tra.per aspettare più di un anno una risposta: forse invano, come segnalatoci da alcuni colleghi.
Come se non bastasse, nel Ge.tra. ci sono anche degli errori: per esempio, un posto da Maresciallo indicato come libero quando in realtà è già occupato da un collega.
Non solo, perché le diverse segnalazioni ricevute ci hanno anche consentito di accertare che ci sono diversi militari che hanno le note caratteristiche ferme anche a tre anni fa, una criticità che ovviamente non consentirebbe agli stessi di poter partecipare al Ge.tra.
In riferimento all’esiguità delle sedi disponibili per l’alimentazione tramite il Ge.tra., ci auguriamo di non scoprire poi che detti posti erano stati assegnati ai Carabinieri che attualmente stanno ancora seguendo il corso di formazione: se così fosse, sarebbe l’ennesimo danno a quei militari che aspettavano di avere i quattro anni di anzianità per trasferirsi e che pregavano di essere in un Reparto di tre o quattro unità per accedere all’applicativo ed essere gli unici in quel Reparto a fare domanda!
Insomma, più che un applicativo per i trasferimenti, questo Ge.tra. sembra più somigliare a una ruota della fortuna.
Quanto descritto, vuole essere uno spunto di riflessione per far comprendere all’Amministrazione che un sistema così organizzato non fa altro che peggiorare il malcontento che aleggia tra le fila dei bistrattati forestali.
La ridotta mobilità di questi militari è ormai argomento famoso anche tra le nuove leve, che si sa, ormai più tecnologici di ogni altra generazione, sanno veicolare velocemente le informazioni anche ai giovani che stanno ancora pensando se scegliere o meno la specialità forestale e l’esito di tale permeabilità è sotto gli occhi di tutti.
Si chiede pertanto a gran voce all’Amministrazione uno sforzo che parta proprio dall’apertura alla movimentazione del personale del C.U.F.A.A., per esempio mettendo tutti i posti vacanti nel Ge.tra. e non solo alcuni, includendo ogni militare senza differenziare le specialità nella specialità e inserire la possibilità di scegliere dieci sedi e non solo tre.
E perché no, sarebbe davvero un atto di uguaglianza, sapere che finalmente le varie interpellanze annuali non avessero più la tanto odiata dicitura “a esclusione del Ruolo Forestale e T.F.A.A.”.
Tutto ciò sarebbe auspicabile, anche per evitare fantasiose ipotesi a danno dell’Arma dei Carabinieri, che nascerebbero per giustificare il motivo per cui dopo sette anni, i suddetti militari siano ancora trattati talmente diversamente dagli altri, da non vedere l’ora di poter uscire dalla tanto pubblicizzata specialità forestale.

 

La Segreteria Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri 

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“Superamento dell’atto dovuto”, il Nuovo Sindacato Carabinieri deposita in Cassazione una proposta di Legge di iniziativa popolare

Un momento storico per la tutela del personale in divisa e per l’intero Comparto Sicurezza e Difesa.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri annuncia il deposito ufficiale, avvenuto venerdì 19 settembre, presso la Corte Suprema di Cassazione, della sua proposta di Legge di iniziativa popolare intitolata “Superamento dell’atto dovuto”.
La proposta è stata inserita nell’edizione della Gazzetta Ufficiale di sabato 20 settembre.

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