Diritti sindacali violati, ma non per chi indossa il doppio cappello!

«Nei giorni scorsi, a Pordenone e Udine, ci è stato impedito di accedere alle caserme e di espletare il nostro ruolo sindacale a favore dei nostri iscritti. Questo a causa di una interpretazione della norma che ha dell’incredibile. Il tutto mentre una delegazione della rappresentanza militare Cocer composta da un dirigente sindacale di altra sigla, si recava presso una caserma in provincia di Padova per valutare se detto comando era da inserire tra le sedi disagiate».

Lo fa sapere Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«Il responsabile delle relazioni sindacali ha firmato la nota con le ragioni del nostro allontanamento, motivandolo con “la mancanza di un substrato normativo che sancisca, in positivo, i diritti e le prerogative sindacali”. Quindi? – si domanda Zetti – Il Comando Generale lo vieta per tutelarci? Sembra lo stravolgimento del principio di libertà che vige in tutti gli Stati: tutto ciò che non è vietato è permesso. Però, ai dirigenti sindacali con doppio cappello, tutto è permesso. Ci chiediamo – conclude – è tutto regolare?»

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.