Uomo tenta il suicidio, i carabinieri lo traggono in salvo. Il plauso di NSC Veneto

Nella serata del 19 febbraio, il territorio della Marca Trevigiana è stato ancora una volta teatro di un salvataggio messo in atto da una pattuglia dei carabinieri.
In presa alla disperazione, un uomo ha tentato di togliersi la vita gettandosi sotto un treno nella tratta Udine-Venezia.
Solo l’intervento tempestivo da parte dei militari, che dopo un breve inseguimento sono riusciti a far desistere il soggetto mettendolo in salvo, ha evitato il peggio.
Il nostro plauso va  ancora una volta ai colleghi che, senza troppe pretese, ogni giorno rischiano la vita per il bene comune, salvaguardando la pubblica incolumità.
“Queste procedure d’intervento, mosse dal senso di umanità oltre che dall’istinto – afferma il segretario generale provinciale di Treviso Andrea Modolo – non sono scritte e sancite nei nostri regolamenti e non sono azioni che si possono insegnare né tantomeno imparare preventivamente prima di imbattersi in simili interventi”.
“Le mosse e le decisioni che un carabiniere può intraprendere in questi casi – prosegue – sono solo frutto dell’esperienza personale, dell’istinto autonomo e della professionalità acquisita”.
“Pertanto – conclude  –  l’Arma deve essere orgogliosa di successi operativi del genere, fuori dal comune e dalle normali procedure d’azione”.
La Segreteria Regionale Veneto del Nuovo Sindacato Carabinieri è sicuramente orgogliosa e plaude al servizio che i due colleghi hanno prestato alla comunità e a quell’uomo.
Pertanto, in linea con il nostro pensiero, ci aspettiamo che l’Amministrazione gratifichi, con reali riconoscimenti di plauso, questo e altri interventi simili, decisamente fuori dal comune!

 

La Segreteria Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Veneto 

 

 

IN PRIMO PIANO

FESI, incongruenze inaccettabili e danni incalcolabili. NSC: “Risultato di scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie”

Il Nuovo Sindacato Carabinieri denuncia con fermezza le crescenti incongruenze e discrasie riscontrate nell’erogazione del FESI, il Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, evidenziando come esse siano il risultato diretto delle scelte operate dalle sigle sindacali maggioritarie – già ex delegati COCER – che, con presunta “scienza” di ogni problematica dell’Arma, hanno causato danni ingenti e incalcolabili.
È inaccettabile che, a causa di tale gestione, i Comandanti di tutti i Reparti d’Italia siano costretti a distogliere la loro attenzione dalle cruciali attività operative per trasformarsi in “ragionieri”: dovranno infatti verificare minuziosamente tutte le presenze e le incongruenze riscontrate negli statini del proprio personale, sottraendo tempo ed energie preziose alla sicurezza e al controllo del territorio.

Riteniamo che lo Stato Maggiore del Comando Generale sia altrettanto responsabile di questa situazione, dimostrando di procedere a braccetto con le sigle del 51%, con l’unico scopo di perseguire interessi personali a discapito di quelli che riguardano tutti i carabinieri.
Chiediamo con forza ai colleghi di dire basta a questa deriva.
È tempo di svegliarsi, di pretendere trasparenza e di riaffermare la propria dignità.

A chi obietta che anche NSC ha sottoscritto l’accordo FESI, rispondiamo con chiarezza: la nostra adesione è stata dettata dalla necessità di salvaguardare numerose richieste cruciali avanzate dallo stesso Nuovo Sindacato Carabinieri e inserite nella progettualità, richieste che non potevamo rischiare di perdere.
È fondamentale che tutti, compreso lo Stato Maggiore, siano consapevoli che siamo pronti a dare battaglia se queste voci progettuali non verranno stabilizzate e riconosciute in via definitiva.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ribadisce il proprio impegno a tutela dei diritti e della dignità di tutti i colleghi e continuerà a vigilare affinché simili inefficienze e ingiustizie non si ripetano.

Ilario Castello, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
Antonio Parrella, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri