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Specializzarsi nell’Arma conviene?

Questo Sindacato torna sulla questione afferente al personale dell’Arma dei Carabinieri in possesso di specializzazioni ad alto contenuto tecnico. Già la Segreteria Regionale Basilicata e le Segreterie provinciali di Vibo Valentia e Roma avevano sottolineato le perplessità inerenti l’impiego e la movimentazione di quei militari che hanno deciso di mettere a disposizione dell’Amministrazione le proprie conoscenze e capacità tecnico-professionali in settori spesso delicati e ad alto contenuto tecnico.

L’Ufficio Organizzazione Speciale e Reparti Esigenze Specifiche dell’NSC continua con il sottolineare le inequivocabili penalizzazioni a cui il personale specializzato è assoggetto quali il non poter aderire al GeTra, il non poter aderire alla manovra ordinaria dei trasferimenti a domanda in ambito legionale, il non poter aderire alla quasi totalità delle interpellanze pubblicate dall’Amministrazione (es. impiego presso Sedi disagiate, ecc…), il poter richiedere l’esonero dall’impiego nella specifica attività in via generale al termine di un periodo di permanenza nell’impiego stesso (richiesta alla quale assiduamente ne consegue un diniego da parte dell’Arma per le “preminenti esigenze di organico e di servizio del reparto di appartenenza”).

Anche il trasferimento presso un altro comando, rimanendo impiegati nella specializzazione stessa, appare molto spesso inattuabile. In sintesi, il militare che ambisce ad andare presso una nuova sede di servizio, provvidenzialmente, deve individuare il momento in cui il comando a lui gradito si trovi sott’organico e contemporaneamente la sua attuale sede di servizio esser a posto con il personale. Inoltre, se il militare ha presentato domanda di trasferimento e nel contempo vi è in atto un corso di specializzazione atto a ripianare sedi deficitarie di specialità come quella in suo possesso, deve sperare che un corsista non richieda, al termine del corso, la sede di servizio a lui gradita poiché, anche se in possesso di specializzazione da più tempo rispetto al neo specializzato, non ha riconosciuta ufficialmente alcuna precedenza di scelta. In sostanza, il più delle volte, il buon esito delle richieste di trasferimento del personale specializzato ha le stesse possibilità statistiche di un allineamento planetario.

Oltre alle problematicità descritte in precedenza attinenti alla movimentazione, l’Ufficio del Sindacato focalizza l’attenzione sull’oggettiva difficoltà degli specializzati nell’accumulare punteggi favorevoli per l’avanzamento di grado ed oltretutto, in caso di passaggio di stato, la mancata garanzia di conferma al reparto di appartenenza.

Il Sindacato, pur comprendendo la complessità della gestione dei profili d’impiego degli appartenenti ai ruoli Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri finalizzata al preservamento della efficienza dei reparti, deve purtroppo evidenziare questa eloquente limitazione delle legittime aspettative professionali e familiari del personale dell’Arma in possesso di specializzazioni ad alto contenuto tecnico.

Le circostanze sopra descritte di fatto demotivano il personale nell’aderire alle numerose interpellanze che l’Amministrazione frequentemente emana tant’è vero che, in diverse occasioni, il numero di militari che aderisce alle stesse è minore rispetto al numero di unità richieste nelle interpellanze, da trasferire al termine del corso formativo presso le sedi individuate deficitarie.

L’NSC, al fine di rendere più appetibili le interpellanze indette dall’Arma ed in primis tutelare il personale di cui sopra, palesemente penalizzato sia sotto l’aspetto professionale che familiare propone:

di concedere la possibilità di aderire alla pianificazione annuale dei trasferimenti tramite procedura GeTra ed alla manovra ordinaria dei trasferimenti a domanda in ambito legionale ai militari che hanno superato il periodo minimo di permanenza nella specializzazione (magari pur    incrementandolo da 8 a 10 anni in modo tale che l’iniziale investimentodell’Amministrazione finalizzato allo specializzare il personale sia stato ripagato a pieno nel corso del periodo di permanenza nella specialità), oltre a poter chiedere un provvedimento di esonero dalla stessa;
di istituire un “GeTra per il personale specializzato” mirato alla movimentazione dei militari interessati nell’ambito della stessa specializzazione, che abbia un elenco di sedi deficitarie e che tenga conto di anzianità di servizio, anzianità di conseguimento della specializzazione, note caratteristiche e tutto quello che il Comando Generale riterrà idoneo al fine di garantire equità, meritocrazia e trasparenza;
di riconoscere punteggi utili all’avanzamento di grado proporzionati al periodo di permanenza nell’impiego nella specializzazione;
di revisionare le indennità economiche che, in alcuni casi, non vengono aggiornate da più di vent’anni (es. indennità di rischio giornaliera approvata nel 1975 dove gli importi, espressi in lire, vanno dalle 300 alle 700).

Pare dunque essenziale, alla luce di quanto esposto, chiedere al Comando Generale di voler valutare la possibilità di aprire un tavolo di confronto al fine di analizzare concretamente la situazione del personale specializzato dell’Arma dei Carabinieri, mirato ad ottenere un giovamento della sfera professionale e personale dei militari interessati e, nel contempo, finalizzato a mantenere, se non migliorare, il livello di efficienza dell’Amministrazione.

​​​​​Ufficio Nazionale N.S.C.

Organizzazione Speciale e Reparti Esigenze Specifiche

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“Superamento dell’atto dovuto”, il Nuovo Sindacato Carabinieri deposita in Cassazione una proposta di Legge di iniziativa popolare

Un momento storico per la tutela del personale in divisa e per l’intero Comparto Sicurezza e Difesa.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri annuncia il deposito ufficiale, avvenuto venerdì 19 settembre, presso la Corte Suprema di Cassazione, della sua proposta di Legge di iniziativa popolare intitolata “Superamento dell’atto dovuto”.
La proposta è stata inserita nell’edizione della Gazzetta Ufficiale di sabato 20 settembre.

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